21 ottobre 2011

Piazzapulita - istituzioni in crisi e rischio eversione

Erano tanti gli argomenti caldi della settimana di cui parlare ieri sera a Piazza Pulita: la fiducia del governo, la nomina fresca di Ignazio Visco alla Banca d'Italia, la fine di Gheddafi, la violenza di sabato scorso e anche la manifestazione degli indignados ...

Nella copertina in cui Formigli ha intervistato il direttore De Bortoli, si sono toccati tutti questi argomenti.
Il commento un pò imbarazzato di Berlusconi per la morte del Rais (ma anche altri premier europei sarebbero imbarazzati).
La nomina di Visco , arrivata dopo settimane di stallo, che ha indebolito ulteriormente la nostra immagine, dopo i solleciti dal Quirinale.
E infine la crisi dei conti:  "dobbimao renderci conto che il problema in Europa siamo diventati noi". E' arribvato il momento di riforme anche impopolari, come il taglio dei costi della politica ,le province (di cui non si parla più).
Il concordato fiscale? Un modo per non dire condono fiscale.
Per chiudere con la maggioranza risicata che potrebbe arrivare alle elezioni nella primavera del 2012, per convenienza della Lega.

Le ragioni della rabbia.
Cosa hanno in testa questi incappucciati? Uno di questi, "cane sciolto", con un master e senza lavoro, parlava della sua sofferenza nello stare a guardare il marciume della politica, che non ascolta il malumore di chi non ce la fa.
"La gente è incazzata e non ne può più. Cosa ho da perdere, niente ..".

Possiamo continuare a condannare la violenza e a prenderne le distanze: ma queste persone comunque esistono. E la presa di distanza dalla violenza, non la cancella dalle piazze, dove potrebbe diventare un convitato di pietra.

Ma anche i sindacati di polizia sono anche loro arrabbiati: per i tagli nel settore, per gli errori nella gestione della piazza (aver protetto i palazzi del potere ma non il percorso del corteo). E' stata una scelta politica, come afferma il sindacalista della CGIL?
Volere lo scontro, per non parlare poi della crisi, dei precari, del lavoro ...

In studio, a dibattere, il segretario della Fiom Landini, il ministro Meloni, l'economista Viale, i giornalisti Lanfranco Pace, Concita De Gregorio e Nicola Porro.

Landini che scenderà in piazza sabato, ha contestato la proposta di Maroni per cui nel futuro solo chi possiede il patrimonio potrà scioperare. Anzichè tassare i patrimoni, lo si lega al diritto allo sciopero?
Sulle violenze di sabato: "Nessuna giustificazione per le violenze, che anzi sono contro i lavoratori".


Violenze che sono state raccontate da un video "da dentro": i primi scontri, la polizia che non interviene, gli incappucciati che colpiscono (bancomat, le auto, le banche) e tornano nel corteo. I manifestanti che cercano di isolarli, da soli.
E infine, la presa di possesso di piazza S Giovanni, con l'assalti ai mezzi, il blindato che bruciava, gli scontri.




Il cocer dei carabinieri ha scritto un comunicato molto forte:

I militari, si legge in un documento approvato all'unanimità dal loro Cocer, "non hanno più fiducia nel governo". E definiscono "fallimentare la gestione del sistema Difesa del Paese da parte del gabinetto del ministro La Russa e, di riflesso, del governo Berlusconi auspicandone la caduta. "Solo in tal modo - sostengono i militari - si potrà evitare il consolidarsi di ulteriori provvedimenti punitivi che, aggiunti a quelli già approvati e già giudicati irresponsabili dal personale militare, determinerebbero nei fatti la morte della peculiarità e della specificità della condizione militare, nonchè dei diritti rappresentativi conquistati con sacrificio negli ultimi anni".

Come risponde la maggioranza?
In studio la sola Meloni ha cercato di slegare, le violenze con le proteste delle forze dell'ordine. Secondo il ministro i video e le ricostruzioni in studio sono "un tentativo ipocrita di criticare la passività delle forze dell'ordine".
Nessuna critica alla gestione della piazza, al comportamento della polizia e carabinieri, alle scelte di proteggere i palazzi.

Opinione diversa da quella della De Gregorio per cui chi ha gestito la piazza dovrebbe dimettersi.
Nicola Porro ha voluto invece fare una sua provocazione: la polizia aveva l'obbligo di non intervenire per evitare le critiche dei giornalisti di sinistra (come la De Gregorio appunto), che il giorno dopo in caso di scontri avrebbero attaccato forze dell'ordine e governo in modo strumentale.

Una visione abbastanza di parte: perchè le forze dell'ordine hanno usato la mano forte nel recente passato contro i pastori sardi, contro i manifestanti de l'Aquila a Roma.
E, tornando ai fatti del G8, quello che si è contestato, è stata l'incapacità di attaccare i black block mentre agivano indisturbati.
E invece di pestare le persone con le mani alzate.

E poi è toccato agli ex sessantottini Viale (ex Lotta continua) e Lanfranco Pace (ex Potere Operaio, che ebbe anche contatti con le Br nel sequestro Moro).
Se Viale ha cercato di riportare il discorso sulle ragioni dei 200000 indignados scesi in piazza (non solo a Roma) contro questa economia, Pace, nel scia di tanti ex incendiari oggi pompieri ha affermato che "oggi c'è un clima favorevole alla rabbia", che i movimenti hanno interesse ad alzare il livello dello scontro.

Peccato che, come han ricordato i ragazzi di San Precario da Milano, la violenza e la tensione siano da un pezzo dentro la società.
Perchè c'è anche la violenza che subisce chi è senza lavoro, di chi accumula titoli di studio per niente, di chi si arrabatta tra stage, contratti precari, cocopro, lavori a nero ...
Si è interrotto un patto sociale tra la politica le istituzioni e una generazione.Anche questo è eversione, o no ?

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