17 novembre 2011

Il diavolo è nelle piccole cose, come ì ritardi

Il diavolo è nelle piccole cose, come ì ritardi.
Il mio treno, oggi, (numero 1622 delle Trenord, linea Canzo Asso, partenza da Asso alle 7.06) è arrivato con 15 minuti di ritardo a Milano, come succede oramai ogni giorno dalla fine di ottobre.


 
Alla mia fermata, Arosio, il convoglio arriva già con 4-5 minuti di ritardo ogni giorno (dopo una mezz'ora di viaggio): ritardi che non vengono recuperati nel corso del viaggio.
Quali le cause? Il numero di passeggeri che in autunno aumenta: colpa dei primi freddi (un evento imprevisto?) e dell'inizio dei corsi universitari (altro evento imprevisto?).
Ma ad intoppare orari e tabelle ci si mettono di mezzo anche le piccole cose: da giorni alcune porte del treno non si chiudono bene e ad ogni fermata il capotreno deve fare più tentativi di chiusura per partire in sicurezza, quando non deve addirittura scendere e controllare.
Si perdono pochi minuti ogni volta che alla fine portano a ritardo globale.
Questo succede quando si tagliano i soldi per la manutenzione (porte che si riparano e poi si rompono di nuovo) e l'ammodernamento dei treni. Dei pendolari come me.

In un paese in cui si parla di produttività  (e si vorrebbero tagliare i ponti) e di infrastrutture, non siamo capaci nemmeno di far funzionare bene i treni dei pendolari.

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