16 gennaio 2012

Scalfari e i qualunquisti

Il referendum è stato respinto dalla Corte costituzionale. Era previsto e prevedibile. Una democrazia parlamentare non può restare priva di una legge elettorale neppure per un minuto. Il nostro istituto referendario è abrogativo e non propositivo. I referendum elettorali andrebbero dunque esclusi come lo sono quelli relativi ai trattati internazionali e alle leggi di imposta. Questa disposizione non fu messa in costituzione affinché fosse possibile anche un referendum elettorale quando si limiti ad abrogare qualche parola o qualche comma da una legge elettiva esistente trasformandola in una nuova legge attraverso l’istituto referendario. Nel nostro caso però il secondo quesito effettuava sulla legge esistente un’operazione chirurgica di tale complessità da non configurare una nuova legge attuabile e per questo è stato respinto come il primo quesito che si limitava alla richiesta di un’abrogazione pura e semplice.

Si può criticare nel merito la sentenza ma non si può accusare la Corte d’essere diventata un organo politico e fazioso, per di più alle dipendenze del Capo dello Stato. Da questo punto di vista personaggi come Di Pietro e alcuni editorialisti qualunquisti meritano d’esser considerati demagoghi e politicamente scorretti. Hanno evidentemente un disperato bisogno di “audience” e quindi di avere sempre e comunque un nemico sul quale sparare. Prima avevano Berlusconi, adesso Monti e Napolitano. Ed anche il Partito democratico. Usano un fucile a due canne con il quale dirigono i colpi su un duplice obiettivo nella speranza di mantenere e magari di estendere il consenso di un’opinione pubblica dominata dall’emotività e dall’incostanza.

La parola “casta” è così entrata nel lessico qualunquista ed è stata largamente applicata anche per quanto ha riguardato la votazione della Camera sul caso Cosentino. Quella votazione, come hanno detto giustamente Bersani e Casini, è stata una sorta di suicidio parlamentare. Ma chi ha compiuto quel suicidio e ha lavorato per ottenere quel voto? Il Pdl e la Lega di Bossi (non quella di Maroni). Pd e Terzo Polo hanno votato in massa per l’arresto di Cosentino (285 voti su 295). Dov’è dunque il voto di casta? Perché blaterano contro la politica invece di individuare i comportamenti dei singoli parlamentari e dei singoli partiti? Questo è l’opposto della ricerca della verità e come tale va condannato.
Noi siamo favorevoli alle verità scomode ma contrari alle comode bugie. Trentasei anni di storia di questo giornale (l’anniversario era ieri) lo dimostrano ampiamente.

Non sono d'accordo.
Primo fatto
: le cronache hanno già raccontato delle cene di alcuni membri della corte costituzionale con Alfano Letta e B. alla vigilia della sentenza sul lodo Alfano.

E anche degli avvicinamenti degli stessi giudici da parte dei politici, faccendieri e altro della P3.
Nessuno di questi giudici è stato rimosso.

Secondo fatto: non è normale che escano delle veline sugli orientamenti della corte, prima che questa si riunisca per decidere, tanto per vedere le reazioni che suscitano.

Pensare allora che la Consulta sia permeabile ai desiderata della politica è roba da qualunquisti?

Terzo fatto: 1 milione e duecento mila italiani hanno firmato per quel referendum. 115 costituzionalisti si sono espressi a favore dei quesiti, per cui non è vero che ci sarebbe stato un vuoto legislativo.
Tutti qualunquisti, "demagoghi e politicamente scorretti"?
Qualunquisti che attaccano il partito democratico e Bersani solo per ottenere consenso e non, invece, per chiedere conto a Bersani della sua non firma ai referendum, cosa che interesserebbe proprio molti elettori elettore del PD. Che vogliono sapere ora, prima delle elezioni, che modello di democrazia ha in mente il PD.

Vuole il PD, e Scalfari suo difensore, un modello basato su TAV e porcellum e acqua in mano ai privati?

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