17 gennaio 2012

Siamo ai forconi

Nessuno se ne è accorto, forse, ma al sud siamo ancora ai forconi: qui potete leggere l'articolo di Pino Aprile su Cado in piedi:
In Sicilia il Movimento dei Forconi blocca la regione. I giornali ignorano il fatto. E c'è chi ipotizza strani legami politici dietro queste proteste. Lei cosa ne pensa?

Ogni volta che il Sud protesta, e vi assicuro che ha tonnellate di ragioni per farlo, si trova sempre qualche motivo per infamare le ragioni della protesta. Io a questo movimento ho dedicato un capitolo del mio ultimo libro "Giù al sud", quando non ne parlava nessuno. Li avevo incontrati alla scuola di politica di Filaga sui monti Sicani, creata da padre Ennio Pintacuda, e avevo scoperto un mondo di cui l'Italia non sa nulla, perché se il Sud non è mafia, non è camorra, non è notizia.
Mi raccontarono che in 3 anni, su 200 mila aziende agricole, 50 mila erano state sequestrate, messe all'asta; mi raccontarono di gente che da generazioni coltivava quelle terre, che era scomparsa dall'oggi al domani in silenzio per pudore...tragedie vissute nel silenzio, all'interno delle famiglie.
Qualcuno mi si avvicinò e mi disse: noi siamo alla disperazione, pronti alle armi, ci manca solo un leader e io risposi: guardate che non ho fatto neanche il militare!
Questo è emblematico del grado di disperazione di questa gente. 

Oggi questo movimento spontaneo sta bloccato la Sicilia, col blocco degli autotrasportatori. 

Posti di blocco ovunque. Dagli accessi autostradali di Palermo e Catania al porto di Messina, dall’area del petrolchimico di Priolo al corteo che assedia Gela, fino alle manifestazioni che cingono Agrigento e Caltanissetta. Come Lentini, in provincia di Siracusa, dove un venditore ambulante di 32 anni ha accoltellato il «padroncino» di un camion, 25 giorni di prognosi per una ferita al volto. STRAGE SFIORATA - E s’è rischiata la strage sui binari di Santa Flavia, a venti chilometri da Palermo, invasa da duecento pescatori di Porticello con mogli e figli. Tutti certi che il treno delle 11 proveniente da Messina avrebbe rallentato fermandosi davanti alla folla. Il macchinista è andato invece dritto per la sua meta che non prevedeva soste nella piccola stazione, forse diminuendo appena la velocità, mentre famiglie intere terrorizzate correvano per allontanarsi, riuscendo per miracolo a mettersi in salvo. 

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