15 marzo 2012

Il clima ostile alle banche


Finalmente una voce critica dall'interno delle banche d'affari, quelle responsabili della crisi per intenderci (illuminante il documentario Inside job):
Un ambiente «tossico e distruttivo», dove l'etica viene accantonata e i profitti continuano ad essere messi al di sopra di tutto, anche degli interessi dei clienti. Così Greg Smith - dimessosi da direttore esecutivo di Goldman Sachs, responsabile dei prodotti derivati in Europa - descrive il clima tossico che si respira in quella che è una delle più grandi banche d'affari al mondo. 

«Oggi è il mio ultimo giorno a Goldman Sachs». Comincia così la lettera apparsa sul New York Times con cui Smith sottolinea come «nel modo in cui la banca funziona e pensa di fare soldi l'interesse dei clienti continua a passare in secondo piano». Poi l'attacco ai vertici di Goldman Sachs, il ceo Lloyd Blankfein e il presidente Gary Cohn: «Quando i libri di storia saranno riscritti su Goldman potranno mostrare come hanno lasciato cadere la cultura dell'impresa mentre loro tenevano le redini del gruppo. E un declino dello spessore morale dell'impresa - avverte Smith - nel lungo termine rappresenta una serissima minaccia per la sua sopravvivenza».

Questo mentre in Italia, l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni (lo scrive Gilioli sul suo blog) si dice rammaricato per il clima ostile nei confronti delle banche .

Il mio eroe del giorno è senza dubbio l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni, che nell’annunciare che forse da oggi Unicredit farà il suo lavoro (prendere e dare il denaro in prestito per carburare l’economia reale) si rammarica, attonito, che ci sia «un clima di ostilità e diffidenza verso le banche».
Sono meravigliosi, questi onnipotenti della politica e della finanza che dopo averne fatte più di Carlo in Francia restano sgomenti di fronte all’eventualità che qualcuno se ne abbia a male.
Guai a spendere una parola di scuse o di autocritica per aver impacchettato e rifilato titoli tossici a mezzo mondo riducendo interi Paesi alla fame, per aver stretto all’inverosimile il credito strangolando aziende e privati, per aver incassato mille miliardi di euro pubblici al tasso dell’uno per cento senza alcun vincolo di utilizzo, per aver fatto pressioni su tutti i governi pur di evitare una legge contro gli intrecci di cariche, per aver fatto fuoco e fiamme sull’ipotesi di tagliare qualche commissione, per essersi spartiti stipendi e prebende da favola mentre tutto andava in vacca.
Niente.
Pero, ohibò, c’è un clima di ostilità e diffidenza.

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