26 marzo 2012

Report : previdenza asociale

Le domande a cui il servizio di Bernardo Iovene sulle pensioni ha cercato di rispondere: del nostro stipendio, quanto verso per le pensioni, a chi va e quanto mi torna?

Se è vero che sulle pensioni si è fatta molta cattiva politica, specie per le pensioni baby nel settore pubblico da parte dei governi democristiani e socialisti.
Altrettanto vero che l'Italia spende una buona fetta del suo PIL per le pensioni: ma dentro questa fetta sono dentro non solo i baby pensionati, ma anche le pensioni d'oro e i vitalizi dei parlamentari.

IL ministro fornero, che è dovuto intervenire in fretta per sanare i problemi di bilancio, è intervenuto però in modo drastico, col passaggio al sistema contributivo.
Ancora una volta però, in modo poco equo: mentre per la maggior parte degli italiani questo sistema deve valere da subito, per i signorni parlamentari questo avverrà dalla prossima legislatura.

Inoltre la riforma non ha tenuto conto degli esodati e dei mobilitati: gli ex lavoratori messi in mobilità da Poste Italiane o che hanno accettato, firmando un accordo con lo stato, di uscire dal lavoro in attesa della pensione.
Attesa rinviata per un'altra legge dello stato, la riforma Fornero.
Così mentre i 300000 esodati o mobilitati sono rimasti senza lavoro, senza sussidi e con la pensione che si è allontanata, grazie ad una legge dello stato, non si sono toccati i privilegi di altri italiani perchè non è corretto intervenire sul pregresso.
Perchè "non è che le leggi sono sacre", come ha sottolineato la stessa Fornero con Iovene. Peccato che a pagare per questa insacralità del passato siano i pensionandi di oggi.

L'inchiesta di Report ha toccato tre punti della riforma: gli esodati, le pensioni dei più giovani (per cui si è fatta la riforma, dice il ministro) e i ricongiungimenti di chi ha spostato la pensione da un ente all'altro:
Ci sono i giovani che adesso iniziano a lavorare con stipendi bassi, e per maturare un anno i contributi dovranno lavorarne due. Quelli che devono ricongiungere più contributi e scoprono che l’INPS gli chiede cifre improponibili in alternativa devono accettare una pensione al limite dell’indigenza. Parliamo di migliaia di persone ma nessuno sa esattamente quanti siano. E poi ci sono tutti quelli che, con il benestare del governo, hanno firmato con la loro azienda un accordo per l’uscita dal lavoro. Siccome l’età si è spostata in avanti, adesso si ritrovano senza stipendio, senza incentivo, senza pensione. Tra esodati e mobilitati parliamo di 350.000 persone.

Sostiene la Fornero che non dobbiamo dimenticarci da dove venivamo e cosa abbiamo rischiato:
"Mi sforzo di far capire che c’è molto “per”, molto “a favore” di quello che non vedete che è l’allontanamento dal baratro: stavamo correndo un grosso rischio tutti e non è che anche i redditi mediobassi erano esenti da questo rischio. Aver ridotto fortemente questo rischio è qualcosa che è “per” il Paese non è “contro”."
Vero: ma chi pagherà per le caramelle che si sono distribuite nel passato (la Gabanelli ha ricordato la campagna elettorale del governo Rumor nel 1973, con le pensioni nel pubblico a 14 anni, alzate da Amato nel 1992 a 20 anni)?

Chi pagherà per il sistema dei vitalizi (sia per gli ex parlamentari che nelle regioni, un sistema in cui lo stato perde), per le pensioni d'oro (Amato, Dini, Sentinelli ex manager Telecom)? A loro, le caramelle continuano ad essere distribuite: tutto questo è equo?
Tra l'altro pare che tutti quelli che si sono occupati di riformare le pensioni, si siano messi prima sistemate le loro.
D'Antoni ex cisl, in pensione a 55 anni dopo 40 anni di contributi da professore.
Amato in pensione a 60 anni, come Brunetta e Fioroni.
Dini, autore della riforma del 1995, con doppia pensione dalla Banca d'Italia e dallo stato (40000 euro, ma sono lordi specifica).
Cesare Damiano, autore della riforma sulle pensioni dei liberi professionisti non iscritti agli ordini, in pensione dopo 39 anni di contributi.

I vitalizi oggi, sono caramelle un pò meno dolci: dopo 5 anni di attività parlamentare, si percepiranno 1000 euro di pensione: per arrivare a questa cifra il parlamentare verserà al fondo 4000 euro, lo stato cioè noi altri 1000.

I fondi dei precari e la gestione separata dell'Inps.
Sempre nell'inps confluiscono i fondi per le pensioni future dei precari (e il fondo è in attivo, visto che pochi precari riscuotono pensione ed è in comune col fondo da cui escono le pensioni d'oro) come anche quello dei liberi professionisti non appartenenti ad un ordine (come i consulenti, i pubblicitari, gli informatici, i traduttori, i ricercatori, i designer, i tributaristi, i videomakers).

La riforma è stata pensata per dare la possibilità di una pensione anche a chi entra ora nel mondo del lavoro (che dovrebbe prendere una pensione in base a quanto ha versato): ma la realtà è molto meno rosea.
Grazie proprio alla riforma Damiano, pagano cifre considerevoli alla cassa, quasi il 40% il primo anno e il 27 % negli anni successivi.
Siccome gli stipendi italiani sono quello che sono, molti di questi professionisti negli anni in cui non riescono a lavorare (per una malattia, per la crisi) devono poi stipulare un mutuo.
Col rischio di non riuscire più a recuperare i soldi alla fine, come se non avessero mai lavorato nella vita:

SUSANNA BOTTA - INTERPRETE
Poi quell'anno io per pagare l'INPS, ho dovuto contrarre un mutuo, cioè io ho
contratto un mutuo solo per pagare INPS.
Eccola qua. Quindi, complessivamente la cartella è di 27.840,32; di queste 27 mila,
almeno 7 – 8 mila euro sono di INPS.
Io mi sono fatta fare l’anno scorso un calcolo dal patronato, mi hanno fatto una
simulazione della mia pensione. É stato calcolato che io prenderò 735 euro lorde. Il
che significa nette 550 - 600 euro, quando la pensione sociale oggi è 550 euro.
Quindi io in questi anni, mi sto riempiendo di debiti per pagare l'INPS e alla fine della fiera, io avrò gli stessi soldi che avrei se non avessi mai lavorato.


Inoltre i pensionandi per la gestione separata possono andare in pensione solo quando maturano un importo di 650 euro (come la sociale): chi ne matura di meno, deve aspettare i 70 anni, come il ministro.

Gabanelli:
i giovani che versano alla gestione separata dell’INPS per maturare 1 anno
ai fini pensionistici devono avere uno stipendio annuo non al di sotto dei 16.000 euro
lordi. Molti di loro guadagnano molto meno. Questo vuol dire che lavori due anni per
maturarne uno. Comunque le casse previdenziali sono 24 e non ce n’è una uguale
all’altra. All’INPS se sei un dipendente versi il 33%, se sei un libero professionista il 27,70, se sei un muratore il 45, nelle altre casse invece da un minimo del 10 fino ad
un massimo del 20%. Poi ci sono i giovani avvocati, ingegneri, architetti quelli che
cominciano a lavorare che guadagnano poco, che stanno sotto i 16.000 euro. A loro le loro casse dicono - potete non versare nulla, perché vi tuteliamo lo stesso -. Gli
avvocati notoriamente non vanno mai in pensione ma a questo punto arriva l’INPS a
cui non piace agevolare i giovani.

Per una legge retroattiva di Tremonti del 2010 devono versare i fondi all'inps anche i giovani avvocati che versavano solo alla cassa separata dell'inps
A giugno del 2010 dentro la finanziaria Tremonti sono finite due norme retroattive e non modificate dal ministro Fornero, che stanno togliendo il sonno a migliaia di persone. La prima: “sei un libero professionista e versi alla gestione separata dell’INPS? Bene dovevi versare anche alla tua cassa! Sanzione. La tua cassa ti dice “puoi non pagare perché stai guadagnando poco e quindi io ti tutelo lo stesso”. L’INPS dice “sei un evasore, dovevi versare a me”.

Iovene ha raccontato poi dei contributi silenti (versati ma non riscossi), dei cattivi investimenti di alcuni fondi , come quello degli psicologi.
Soldi investiti in immobili che oggi devono essere venduti per fare soldi, mettendo per strada altre persone che non possono sottoscrivere mutui per riscattare la casa.
I ricongiungimenti delle pensioni, di chi passava dal pubblico al privato:
Chi negli anni successivi è passato dal pubblico al privato, anche non per sua volontà, ma perché il comune per esempio ha esternalizzato la tua scrivania, quindi tu hai mantenuto lo stesso stipendio e la stessa mansione, ora per prendere una pensione unica devi ricongiungere. Per fare questa operazione l’INPS arriva a chiedere fino a 300.000 euro. Questo per effetto di una norma infilata nella famosa finanziaria Tremonti di giugno del 2010. L’anno scorso si sono accorti che era sbagliata, avrebbero dovuto annullarla, il ministro Fornero l’ha confermata perché lei
dice: è giusta ed equa.
Della questione dei ricongiungimenti (o furbata dei ricongiungimenti) se ne parla  qui (politikese.blogspot.com).

Finale di trasmissione in cui la giornalista si è rivolta prima a Mastrapasqua e poi direttamente al ministro:
Questa settimana il signor Mastrapasqua dovrebbe trovare il tempo per spiegare se il miliardo e 4 è quello che deve tirar fuori l’INPS per pagare queste pensioni o quello
che pensa invece di incassare dai pensionati. Un po’ di tempo fa il ministro Fornero in una lettera al Corriere della sera ha definito questa norma giusta, che mette fine ai privilegi. E’ un momento terribile, lo capiamo tutti, però a mio parere le vigliaccate andrebbero chiamate con il loro nome. La differenza fra 1200 euro e 800 per un pensionato che non ha niente altro, è quella che passa fra la povertà e la dignità. Puniti solo per aver cambiato datore di lavoro. Ora lei dice - il sistema retributivo è un privilegio - di cui anche lei si avvantaggia. Bene intanto che ripensa a questa norma, e speriamo che ci ripensi per questo gruppo di persone, per questo gruppo di pensionati coinvolti in queste ricongiunzioni e diciamo non sappiamo che numero sono ma sono migliaia, intanto che dice “fate sacrifici”, ne faccia uno anche lei e rinunci al retributivo.

Qui trovate il pdf della puntata.

Nessun commento: