16 aprile 2012

Report - contanti saluti al nero

Forse, andava scritto con la virgola, il titolo: contanti, saluti al nero.
Nell'inchiesta di Stefania Rimini (qui il pdf della puntata)  si parlato di come eliminare l'uso del contante nella nostra vita di tutti i giorni, come strumento di lotta all'evasione.

Forse ha ragione la Gabanelli: ci siamo abituati all'Euro, ad avere il cellulare sempre dietro, a non fumare più nei luoghi pubblici e dunque potremmo abituarci anche a girare con meno banconote in tasca.

"Chi non può proprio fare a meno del contante? Evasori, spacciatori .." dunque tutta una serie di categorie di italiani i cui problemi possiamo e dobbiamo ignorare.
Se tutto questo comporta poter contrastare quei 120-150 miliardi di evasione calcolato ogni anni, che potrebbero fare molto comodo nell'azione di risanamento dei conti pubblici.

Per questa lotta sia il governo Berlusconi che quello Monti hanno fatto diverse manovre, l'ultima per un totale di 81 miliardi di euro nel 2014: ci hanno aumentato l'età pensionabile, ci hanno aumentato le accise sulla benzina, hanno mesos la tassa sulla casa. Far emergere tutto il nero ci conviene: nei bar, dai piccoli commercianti, sui taxi, con i piccoli artigiani (come l' idraulico ..).

Gente che, a sentire loro, evade per legittima difesa. Ma questa legittima difesa sta portando il paese alla bancarotta ed è anche tremendamente ingiusta: all'estero diamo l'immagine di un paese ricco con un alto debito pubblico.
Tante auto di lusso, un alta tassazione che non si può abbassare perchè in tanti evadono, governi costretti a tagliare servizi per abbassare la spesa pubblica.

Allora ben venga la tracciabilità, il che vuol dire installare POS ovunque possibile (tra altro esistono apparecchi per pagare con bancomat che si appoggiano alla linea GSM, proprio per gli ambulanti che permettono ai clienti il pagamento elettornico), abbassare le commissioni per i pagamenti con carta di credito ma anche spingere verso nuovi sistemi di pagamento elettronici , come il pagamento con sms o con smartphone, o anche la carta prepagata (per cui non serve nemmeno il conto) o le catre conto, con cui pagare le bollette.

Basta volerlo: d'altronde questo governo non ha detto che si immola se non passa la riforma del lavoro? Non è quello che ha cambiato da un giorno all'altro il sistema pensionistico?
E allora potrebbe anche spingere nel rendere meno "attraente" e "conveniente" l'uso del contabile, rendere più costoso il prelievo al bancomat: una sorta di tassazione del contante.

L'inchiesta di Stefania Rimini ha portato alla luce tutte le tasse occulte e i costi che paghiamo per l'uso del contante (con tutti i riflessi nell'evasione). I dipendenti del ministero del tesoro che andavano a ritirare lo stipendio (in contante appunto) durante l'orario di lavoro.
I money transferi verso la Cina e l'est: oggi il limite è stato abbassato a 999 euro la settimana, ma prima si poteva spedire all'estero (senza lasciare tracce al fisco) fino a  12500 euro al giorno.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Quindi finche non si riduce l’uso del contante da questo giro non se ne esce. Conviene lasciare che ogni anno 900 milioni vadano verso l’est senza lasciare traccia? Oppure che 7 miliardi di euro l’anno attraverso i money transfert vadano verso l’Asia, soprattutto in Cina. Sono i nostri acquisti cash e i loro stipendi in nero. Non sarebbe più conveniente pagare in maniera tracciabile colf, badanti e i cinesi che stanno qui, visto che usufruiscono delle nostre scuole, dei nostri ospedali, delle nostre strade? Per contenere i danni dell’evasione si sono inventati gli studi di settore, iniqui per definizione. Poi c’è il redditometro. Si va bene, però, è un po’ come la pesca a strascico, dentro ci va a finire di tutto. L’anno scorso dentro ai 467mila accertamenti
sono finiti anche casi come quello che adesso vedremo. Il problema è che a fronte di uno stipendio basso c’è un’auto da 40mila euro.


La Gabanelli parlava del signor Ausili, che riceve il suo stipendio in contanti e per questo ha dovuto documentare col fisco la sua posizione, per evitare sanzioni.

Ci sono poi le 454000 SRL, che pagano in contanti i propri dipendenti facendo figurare come rimborsi gli straordinari delle persone. Dei veri e propri casi di evasione.

EX DIPENDENTE SRL
Siamo intorno ai 20mila euro. A tenere i conti della società ero io, quindi sapevo benissimo quello che era il fatturato della società e sapevo anche quali erano le entrate in nero che purtroppo erano molte. Lavoravo anche 12/14 ore al giorno, gli straordinari naturalmente venivano retribuiti a un forfait rigorosamente in nero. Ci fu la beffa perché i tre soci tramite un atto notarile decisero di vendere a tutti gli effetti questa srl a un amministratore unico, un loro amico di nazionalità comunitaria, irreperibile presso la sua residenza di questo comune. E così l’avvocato si è trovato con un pugno di mosche in mano…


Forse converrebbe rivedere tutta la normativa sulle SRL, sui controlli (insufficienti) fiscali su queste.
Il governo Monti ha ripristinato il registro dei clienti (che Tremonti aveva tolto), l'obbligo di pagare su un conto lo stipendio dei dipendenti pubblici, l'agenzia delle entrate può monitorare saldi e movimenti e ha imposto il limite dei 1000 euro ai pagamenti cash.

Ma non basta: ogni anno si fanno solo 11500 indagini finanziarie su 40 ml di contribuenti e non possiamo limitarci a fare ogni tanti dei blitz nei loclai frequentati dai blitz, per provocare qualche effetto mediatico.
"C’è troppa gente che evade e senza un sistema automatico e fortemente dissuasivo non li puoi fermare"

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il fenomeno di massa non lo fermi con un tetto a 1.000 euro, ma neanche a 500 . Sappiamo che quei 120-150 miliardi di euro l’anno che mancano all’appello si nutrono principalmente di contante. Vuol dire che se pagassimo tutto in modo tracciabile, milioni di microevasioni verrebbero subito a galla. Per noi che differenza fa? Nessuna. Chi invece ha assolutamente bisogno di contanti? Gli spacciatori, i tangentisti, quelli che fa il nero e quelli che evadono. In Italia circolano 37 milioni di bancomat e 34 milioni di carte di credito, ma rispetto al resto d’Europa, queste carte noi le usiamo tre volte di meno. Dall’Italia, agli Stati Uniti passando per la Polonia, come si usa la carta e che costi ha.


E così, scopriamo che noi italiani siamo al solito, quelli diversi: in America, nemmeno hanno in tasca il portafogli!
Si paga con bancomat persino il caffè.

Mentre qui in Italia, se vuoi pagare il bollo all'ACI, devi avere il contante. O allo sportello delle Poste, scoprire che non puoi pagare con la carta di credito.

La proposta della Gabanelli:

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Rieccoci qui, stiamo immaginando un sistema che possa permettere di far emergere almeno una parte di quei 300 miliardi l’anno in nero, perché ci siamo stufati di sobbarcarci ogni giorno una tassa a causa di chi evade. Il sommerso vive di contanti, quindi bisognerebbe scoraggiarne l’uso e usare mezzi tracciabili, ovviamente. Come si scoraggia l’uso del contante? Un dissuasore potrebbe essere un 33% applicato al deposito e al prelievo. Abbiamo visto che ragionevolmente ci servono 150 euro al mese di cash, quel 33% equivale a 50 euro, che però mi vengono riaccreditati alla fine del mese, che vuol dire 600 euro l’anno, su 60 milioni di abitanti sono 36 miliardi che ritornano indietro. Lì per lì uno dice, ma tutta questa storia del pagamento tracciabile non era per portare denaro alle casse? Certamente sì, perché i 36 miliardi sono una partita di giro, torna indietro quello che il cittadino ha pagato per i suoi 150 euro al mese in contanti. Quindi nessuno ha tirato fuori un euro in più. Ma immaginiamo che l’intera popolazione paghi tutto in modo tracciabile, si ritroverà con 600 euro in tasca in più all’anno. In questo caso come si copre questo esborso? Quei 36 miliardi lo stato ce li avrebbe già in tasca, perché le operazioni che prima venivano fatte in nero, adesso sarebbero accompagnate da fattura sulle quali versi le imposte. Pertanto emergerebbe una parte cospicua dei 300 miliardi che oggi sono in nero. Metti che in questo modo, dei 120-150 miliardi di evasione ne acchiappi subito 100. 36 abbiamo detto tornano alle famiglie, ed è un bello stimolo all’aumento dei consumi, te ne restano 64 per cominciare ad eliminare una tassa ingiusta che è l’Irap, per dare la possibilità di detrarre una parte dell’iva sulla spese che oggi non sono considerate: dall’idraulico, al muratore; per fare investimenti e creare posti di lavoro; e cominciare ad abbattere il debito liberandoci dal ricatto della speculazione. E poi inneschi il meccanismo virtuoso della concorrenza leale, perché oggi se non fai fattura riesce a stare sul mercato, se paghi tutto no. L’obiettivo quindi non è quello di aggiungere una nuova tassa, ma rendere preferibile pagare con altri modi. E allora vediamo nella pratica cosa cambierebbero per il paese se si applicasse una ritenuta del 33% sia sul deposito che sul prelievo.


Il presidente Mario Monti, ha risposto alla giornalista dicendo che questa è "un’idea che merita di essere considerata".
E noi aspettiamo fiduciosi.

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