04 luglio 2012

Un altro suppostino

Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi.

Enrico Berlinguer

Questa spending review potrebbe trasformarsi in un altro suppostino per il contribuente, dopo la riforma delle pensioni e la riforma del lavoro (e le liberalizzazioni che ci permettono di andare a fare shopping di domenica).
Taglio ai dipendenti pubblici del 10% (potrebbe anche andar bene, ma dipende da chi si taglia e che fine farà questa persona), taglio ai trasferimenti alle regioni (che vuol dire meno sanità e meno trasporti) ...


Ci sono però alcune voci discordanti, in direzione contraria alla "review".
Quei 200 milioni alle scuole private.
E i tagli di 15 milioni (in totale) per le spese correnti di Palazzo Chigi, una misera sforbiciata: solo di auto blu si spendono 9 milioni, e all'epoca di Berlusconi, in un solo anno il bilancio della presidenza dela consiglio aumentava di 616 milioni (da una previsione di 300 milioni, senza che nessuna scure di Tremonti vi mettesse limite).


Ovviamente la spending review non metterà fine alle missioni all'estero, non taglierà la spesa militare, non si rivedrà il meccanismo dell'8 per mille, niente per le pensioni d'oro, niente sui doppi incarichi, nessuna sforbiciata al personale delle forze dell'ordine nei ministeri. non sanerà certi scnadali dentro le regioni: il crac del san Raffaele, le nomine "allegre" in regione Sicilia...
Il rapporto di Giavazzi sulla revisione agli incentivi è finito nel cassetto.


Ancora non siamo sicuri che l'aumento dell'IVA sia scongiurato.
In Europa non tutti sono d'accordo sullo scudo anti spread.
Già siamo lontani dall'euforia di venerdì mattina.

Chissà se a fine partita Monti e Rajoy sono riusciti ad incontrare la Timoschenko...

PS: come vedete, i giornali hanno letto la spending review a modo loro.

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