14 ottobre 2012

Gli elettori e gli eletti


Parto da  due affermazioni dei giorni passati.

Il procuratore antimafia Grasso a Palmanova: ''Siamo in democrazia, i cittadini hanno i politici che si meritano'' .
ll sindaco di Milano Pisapia: "Qui ci vuole una grande ribellione civica".

Così, due importanti esponenti di magistratura e negli amministratori locali commentavano gli scandali (gli ultimi) politici, in Lombardia e nel Lazio.
Parto da quanto detto da Grasso. Veramente i cittadini si meritano le giunte del Lazio, della Lombardia (e della Sicilia, del Piemonte ...), così come si meritano un Parlamento con 100 indagati, condannati o sotto processo?
Non credo: oggi il cittadino ha principalmente due strumenti per decidere sulla democrazia. Il voto e il meccanismo dei referendum.
La legge elettorale a livello nazionale, impone chi votare: o voti questo o non voti nessun altro.
La legge regionale invece ha le preferenze: ma le cronache hanno ben spiegato il meccanismo. I candidati hanno investito nelle campagne elettorali centinaia di migliaia di euro, comprando anche voti con la ndrangheta (così dice la magistratura), tanto sapevano che una volta eletti si sarebbero rifatti.

Dunque la colpa è di chi si è fatto comprare. Vendendo il suo voto al boss (ma qui la domanda è, chi ha fatto entrare le ndrine in regione?), oppure vendendolo al candidato locale sperando in un tornaconto.
Sui referendum è inutile parlare: abbiamo visto che fine hanno fatto i referendum su nucleare e acqua. Il referendum sulla legge elettorale è stato affossato anche grazie alla moral suasion del capo dello Stato (il garante della Costituzione).
Così come le firme per le proposte di iniziativa popolare presentate da Grillo.

Cosa rimane: l'ingresso diretto nella cosa politica. Dentro questo sistema dei partiti. Che però è un sistema che è stato già raccontato dalle cronache giudiziarie. Si è visto chi sono i candidati che fanno carriere lampo: perché sanno sempre dire di sì, perché sanno procacciarsi (come ho detto prima) un pacchetto di voti che poi vendono al miglior interesse.
Nel PD, tanto per dirne una, si riuscirà a far rieleggere candidati con più di tre legislature.
Ed è per questo che l'ingresso del M5S fa così paura al sistema: perché è qualcosa di diverso e di nuovo (pur se con qualche problema di trasparenza).


Infine la proposta di Pisapia: la ribellione civica. Significa la pressione dal basso per far decadere una giunta, un governo? Con Berlusconi non ha funzionato. La Polverini è caduta quando è mancato l'appoggio dell'UDC (dopo l'uscita del Vaticano).
Formigoni è ancora lì, con l'aiuto della Lega.

Ho il sospetto che questa ribellione civica serva a poco.
Specie se dovesse passare questa legge elettorale, su misura per un governo di larghe intese.

Sui giornali di oggi leggo che, con la prossima legge anti corruzione, Zambetti non sarebbe nemmeno indagato.
Che nonostante le proteste e lo stop del governo, continuano ad essere investiti milioni sul progetto del Ponte sullo stretto (e Impregilo ringrazia). 300 milioni di euro: e poi si tagliano i soldi per le detrazioni.
Stasera Report parlerà della Cassa depositi e prestiti, che verrà usata come braccio finanziario dei privati (i soliti noti).
Per tutelare i 120000 esodati (senza che la Corte costituzionale abbia sollevato qualche obiezione) servirebbero 11 miliardi. Quanto costano i caccia F35? Il TAV in Val di Susa? Le missioni militari?

Cosa possiamo fare? Prima di tutto informazione (quanti giornali oggi parleranno d'altro?). Poi fare pressione, anche su internet: sto seguendo con interesse il gruppo Su la testa.
Vedremo.
 

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