02 ottobre 2012

La vergogna è anche nostra

Abbiamo chiuso a chiave le carte delle stragi nazifasciste nell'armadio della vergogna.
Abbiamo tenuto nei posti chiave dello stato ex repubblichini (nella magistratura, nelle questure). Buoni per la lotta al comunismo.
Abbiamo sdoganato, in questi anni, fascismi e razzismi vari (meglio.fascio che frocio).
coi soldi pubblici abbiamo costruito un bel monumento ad Affile per ricordare il maresciallo Graziani: quello delle rappresaglie contro civili e preti, quello del gas ..

E ora, ce la prendiamo col
tribunale tedesco che archivia definitivamente la strage di S Anna di Stezzema?
Nemmeno noi abbiamo la coscienza pulita.

Dalla testimonianza di
Elio Toaff:
«Su Sant’Anna era calato subito un silenzio impalpabile, una rimozione di quell’orribile mattina - aggiunge Toaff -. Per tanti anni mi sono chiesto perché. E ho cercato di dare un senso a tutta quella ferocia che mi venne incontro in quel caldo mattino d’estate. La prima casa che trovammo era alla Vaccareccia: fumava ancora. Dentro c’erano i corpi di un centinaio di persone, in maggioranza donne e bambini. Le Ss, quattro colonne da 100 uomini ciascuna di quella stessa XVI divisione che ha agito poi a Marzabotto, li avevano chiusi lì dentro, poi avevano dato fuoco alla paglia e avevano gettato dentro delle bombe. Vedemmo un ammasso irriconoscibile. Più avanti c’era un’altra casa, con la porta spalancata. Entrai e ho ancora difficoltà a raccontare... C’era una donna, seduta di spalle, di fronte a un tavolo. Per un attimo pensai che fosse viva. Ma, appena avanzai, vidi che aveva il ventre squarciato da un colpo di baionetta. Era una donna incinta e sul tavolo giaceva il frutto del suo grembo. Avevano tirato un colpo d’arma da fuoco anche in testa a quel povero bimbo non ancora nato». Toaff era sceso in paese, spinto dalla fame. I rifornimenti, in quel momento, erano piuttosto precari. Non immaginava di andare incontro a una strage. «L’odore, lo ricordo ancora, era nauseante - dice Toaff -. Li avevano rastrellati da vari casali, dal Colle, da Vinci, dal Pero. Li avevano portati in massa davanti alla chiesa del paese, poi li avevano chiusi in mezzo a recinto di panche prelevate in chiesa, col loro parroco, don Innocenzo Lazzeri, che non aveva voluto abbandonare i suoi parrocchiani. Li avevano massacrati sparando con le mitragliatrici e poi con i lanciafiamme avevano dato fuoco alle panche. Era stata una pira orribile...». Dopo tanti anni Toaff non cerca più risposte a quel massacro. Non invoca perdono. «Erano feroci, ma non erano solo tedeschi, c’erano con loro anche parecchi fascisti italiani - aggiunge -. E qualcuno, lo dico per la prima volta, era proprio dello stesso paese. Poi, finita la guerra, scapparono tutti: chi a Carrara, nelle cave, e chi perfino a Milano. A Sant’Anna di Stazzema, per parecchio tempo, non voleva abitare più nessuno».

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