24 dicembre 2012

Ideologie perniciose

O me, oppure il baratro. Come ha scritto Gilioli, la paura è ancora la chiave per questa campagna elettorale: prima era quella degli immigrati, ora quella dei mercati. Senza me, dice Monti, non c'è credibilità.

Perderemmo tutti i sacrifici. Sacrifici che finiranno, lo abbiamo letto, in grandi opere, nei caccia F35, per sanare il buco dell'evasione.
Ci sono buone cose nell'agenda Monti: molte si potevano anche fare in questa legislatura se ci fosse messo lo stesso impegno investito per togliere di mezzo l'articolo 18.
Quello definito pernicioso: 

”la crescita, che non può continuare in modo così penoso e negativo, può venire da una politica degna e forte, che non senta la necessità di correre a nascondersi, di fare promesse per acquisire consensi elettorali, questa è la peggiore forma di voto di scambio, che svenda il futuro dei giovani italiani per farsi rieleggere. O anche solo per adesione cieca a ideologie, magari nobili in passato, ma perniciose oggi visto com’è cambiato il mondo”.
Aspettando i posti di lavoro che la riforma Fornero porterà, possiamo però dire che quello che si ritiene pernicioso e la riammissione al lavoro dei licenziati senza giusto motivo (economico).
Che fuori dai cancelli di Melfi, anche se Monti non li ha visti, c'erano i lavoratori Fiom.

E che la Costituzione dice, all'articolo 4:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. 

Nessun commento: