21 dicembre 2012

Servizio pubblico - tra Maya e Monti

Essendo tutti qui, dobbiamo pensare che la profezia dei Maya fosse veritiera come le promesse di Berlusconi e i principi del PD (o anche l'agenda di Monti).
Oppure che, per quanto visto ieri, i Maya si riferissero ad altro.

Il patto del Lingotto tra Monti (con Montezemolo) e Marchionne, sancito a Melfi, con tanto di operai (rigorosamente non Fiom) ad applaudire.
Il PDL che affonda la legge sulle liste pulite (o quasi), per bloccare i condannati fino a 2 anni.
Il presidente della Repubblica che, anziché mandare Monti a riferire alla Camera (e non solo ai giornali) le sue decisioni, anziché imporre al parlamento qualche provvedimento per svuotare le carceri (o costruirne di nuove), trova tempo per la grazia di Sallusti.
Berlusconi che, nell'ennesima giravolta, cita D'Alema per attaccare Monti.
Bersani che, un pò mestamente, dice che "i partiti personali" non sono il bene del paese.
La Russa che chiede una deroga per la sua lista.

E' la fine della seconda repubblica che lascerà il posto a qualcosa di diverso: la prima repubblica, dove i partiti sono sostituiti da liste di ex appartenenti a partiti già presenti in Parlamento. O da membri della società civile, forse come quelli che ieri erano ospiti di Santoro.
Anche qui, un chiarimento: quando la società civile scendeva in piazza contro Berlusconi, per protestare contro le sue leggi ad personam, non andava bene.
Ora che "scende in piazza" la società civile composta da professionisti, imprenditori, associazioni cattoliche, sembra una grande rivoluzione.

Nell'anteprima della puntata, Santoro si è rivolto a Berlusconi, che sarà suo ospite il 10 gennaio.



"Intorno a noi c'è una grande confusione. Caro Berlusconi è Natale ma sembra Pasqua: lei è risorto!"
Santoro ha ricordato ancora l'editto bulgaro che, nonostante i tecnici, è difficile da cancellare."Voglio rassicurarla: se accetta di venire da noi la accoglieremo e sarà una trasmissione giornalistica".

Come si è detto, in studio, a discutere di crisi e di Monti bis, tre imprenditori e una sindacalista.
Diego Della Valle, Alfio Marchini e Oscar Farinetti e il segretario del Sindacato pensionati italiani (Spi) Cgil Carla Cantone. In studio anche il consigliere dell’Emilia Romagna espulso dai 5 Stelle Giovanni Favia (che ha fatto l'intervento più interessante, come a dire che non basta essere imprenditori ..).

Prima di partire con gli interventi, è andato in onda un servizio di Giulia Bosetti: i centri commerciali pieni di gente che non compra. La crisi, l'IMU, gli stipendi bassi, il lavoro che non c'è.
E anche, fuori, i negozi e le attività commerciali chiuse.
E chi rimane aperto che spiega "il nero ci permette di sopravvivere".

Ma tanto adesso scende in campo il suo "punto di svolta epocale", come ha detto ieri a Melfi.
Che poi, a sentire le sue dichiarazioni, si capisce che non si candiderà direttamente alle elezioni. Come ha spiegato alla CNN (in inglese si spiega meglio) "non mi candiderò alle elezioni". Ma aiuterà il processo di integrazione dell'Italia nell'Europa. L'europa delle banche e dei mercati.

Ha esordito Diego Della Valle, in studio, ricordando il buon lavoro di Monti, all'inizio (c'era il baratro, la crisi ..). Ma la situazione di crisi poteva essere affrontata in modo più realistico. Nonostante abbia portato al paese stabilità e sicurezza, ha sbagliato, Monti, nella comunicazione e nel rapporto col paese.
Della Valle è stato però critico nei confronti della sua candidatura, che non fa bene a Monti. Dietro cui si stanno nascondendo i furbetti, riciclati dai vecchi partiti.

Alfio Marchini, pessimista, nel suo intervento ha ricordato la Costituzione, la situazione da cui veniamo e anche quella dei paesi emergenti.
Dobbiamo decidere su cosa non possiamo rinunciare (i primi 12 articoli della Costituzione) e togliere il resto.

Nel resto include, lo ha spiegato in un secondo momento, la riforma del welfare che, così com'è, non ha più i presupposti di esistere.
Basterà "rimboccarsi le maniche" per ripartite, come dice Marchini? A me sembrano le solite parole da "politico" in campagna elettorale.

La Cantone ha invece puntato il dito sulla politica del rigore. Che non è stata affatto equa e che ha fatto pagare la crisi sui soliti noti.
Il 10% delle famiglie ha il 50% della ricchezza del paese e si farà un buon Natale: la crisi non è uguale per tutti.
E non è un voler criminalizzare la ricchezza, come ha cercato di attaccarla Della Valle: se chi è ricco diventa sempre più ricco e viene pure tutelato, allora è il sistema democratico che ha una falla.
Se sanità e istruzione sono "cose da ricchi" perché non ce le possiamo più permettere, allora dobbiamo rivedere anche la Costituzione.
La sindacalista ha ricordato le riforme Fornero, quelle che costringono al lavoro più a lungo, in un paese dove a 50 anni rischi di rimanerne senza. E i giovani sono a spasso.

Giovanni Favia ha invece parlato delle origini della crisi: non ha voluto dire nulla sulla sua espulsione.
Ricordiamoci, al momento delle elezioni, che coloro che dovranno aggiustare il paese dalla crisi saranno gli stessi che nella crisi ce l’hanno portato.
Berlusconi, Casini, i montiani che si nascondono dietro Monti, e anche parte del PD, che non sempre in questi anni ha fatto vera opposizione al cavaliere.

Esiste un orizzonte che va oltre lo spread e che include altre tematiche come l'energia, i beni comuni, l'ambiente e il consumo del territorio.

Tutti argomenti che sfuggono all'agenda Monti.

L'imprenditore di Eataly, Farinetti, ha fatto un intervento all'insegna dell'ottimismo.
Bene la discesa in campo di Monti, così renderà più credibile e meglio rappresentato il centrodestra.
Ha anche ricordato la mancata riforma delle legge elettorale, l'unica cosa che i partiti dovevano fare e su cui nemmeno Monti si è impegnato troppo.

Qui trovate l'elenco degli interventi degli ospiti.

L'intervento di Travaglio: le armi contro l'antipolitica.
Hanno fatto di tutto i partiti per fermare l'antipolitica.
Con il dire sempre la verità.
La coerenza.
E l'onestà.

La verità, come la non discesa in campo di Monti.
Riccardi che doveva andare in Africa a fine mandato.
Napolitano che aveva detto che non sarebbe stato lui a dare l'incarico al prossimo governo.

La coerenza è quella dei montiani dell'ultima ora. Come B., Mastella, Pisanu, Brunetta.

E l'onestà: dai Fiorito, a quelli che si fanno rimborsare anche i lecca lecca.



Gianni Dragoni: anche i ricchi fuggono


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