10 gennaio 2013

Maigret e il barbone, di Georges Simenon

 L'incipit:
Accadde fra il quai des Orfevres e il pont Marie: Maigret ebbe come una battuta d'arresto, ma così breve che Lapointe, pur camminandogli a fianco, non vi fece caso. Eppure per qualche secondo, forse meno di un secondo, il commissario era tornato indietro nehli anni, a quando aveva l'età del suo collega.
Probabilmente dipendenva dalla qualità dell'aria, dalla sua luminosità, dalla sua fragranza, dal suo sapore. C'era stata una mattina così, molte mattine così al tempo in cui, giovane ispettore appena entrato nella Polizia Giudiziaria - che i parigini chiamavano ancora sureté -, Maigret prestava servizio nella polizia urbana e andava su e giù per le strade di Parigi dalla mattina alla sera.

Un caso semplice, anche se abbastanza inusuale per la polizia: l'aggressione ad un barbone mentre dormiva sotto un ponte della Senna, gettato poi nelle acque in piena del fiume.
Omicidio che non si è consumato, per l'intervento di due barcaioli: il proprietario di una chiatta (Jef van Houtte, fiammingo che trasportava ardesia) e un altro marinaio che, sentite le urla del senzatetto, lo hanno rispescato e messo in salvo.

"Chissà, forse Lapointe si meravigliava del fatto che Maigret attribuisse tanta importanza alla storia di quel barbone .. I giornali gli avrebbero dedicato tutt'al più qualche riga in cronaca.
Quel che Lapointe ignorava, perché troppo giovane, era che per la prima volta in tutta la sua carriera il commissario si trovava alle prese con un delitto perpetrato contro un barbone."
[pagina 34]

Nonostante questo, Maigret e i suoi collaboratori, hanno pochi elementi per le indagini: chi poteva avere interesse nell'aggredire e voler uccidere una persona così?Unico indizio, la testimonianza del barcaiolo fiammingo che, dopo aver sentito le urla, ha visto due persone allontanarsi dalla riva. 
Eppure, Maigret si appassiona al caso e anche alla persona aggredita: scopre, indagando sul suo passato, che era stato un dottore in una piccola città, sposato e con figlia.
Dopo aver ricevuto una eredità da parte della moglie, decise di abbandonare famiglia e lavoro e partire per l'Africa.
Il dottor Keller, questo il suo nome, diventa un enigma: quell'uomo suscita in lui una sensazione di simpatia, nonostante lo conosca da poco.

"Per una volta i giornali non lo assillavano, e il sostituto procuratore, il giudice lo lasciavano in pace. Un barbone era stato aggredito sotto il pont Marie e gettato nella Senna in piena, ma per miracolo se l'era cavata e il professor Magnin non riusciva a capacitarsi della sua rapida ripresa.
Era un delitto senza vittima, insomma, si sarebbe quasi potuto dire senza assassinio, e nessuno si preoccupava del Dottore, tranne Leà la cicciona e, forse, due o tre barboni.
Eppure Maigret dedicava al quel caso lo stesso tempo che avrebbe dedicato a un dramma da prima pagina. Sembrava ne facesse una questione personale, e dla modo in cui aveva annunciato il suo colloquio con Keller si sarebbe potuto credere che si trattava di qualcuno che lui e la moglie desideravano incontrare da tempo."
[pagina 84]

Maigret, con pochi elementi indiziari in mano, deve dunque seguire il suo fiuto e continuare la sua indagine lungo le sponde della Senna.
Anche questo romanzo, come in altri di Simenon, l'indagine su un crimine diventa spunto per una analisi della psicologia dei personaggi.
Lo strano dottor Keller e il suo passato, la famiglia diventata benestante dopo l'eredità. Lo strano mondo dei barboni, con la loro inusuale solidarietà tra ultimi.
Come mai, una volta ripresosi, il dottor Keller si è chiuso nei suoi silenzi, senza dare il nome dell'aggressore? Silenzi che Maigret crede di saper interpretare, in base alle esperienze che costui ha fatto, tra gli ultimi del mondo in Africa.

Si arriverà, dopo un'inchiesta alquanto strana (perché anche la signora Maigret avrà un ruolo nelle indagini), ad un confronto con l'assassino.
Con un interrogatorio finale molto serrato e faticoso.

La scheda del libro sul sito di Adelphi.
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