13 febbraio 2013

Il presidente riformatore

Ha impiegato quasi tutto il tempo dell'intervista con Mentana per spiegare come i suoi tentativi di riforma siano stati bloccati da PDL e PD.
Lì si è reso conto che la strana maggioranza che prima aveva lavorato bene (vedi gli esodati per la riforma delle pensioni e la riforma del lavoro che non serve a nessuno), lo voleva abbandondare.

Ancora una volta, però, Monti ha voluto mettere sullo stesso piano le resistenze del PDL ad una seria legge contro la corruzione, con quelle tiepide di parte del PD, sulla riforma Fornero.
Il risultato è che l'articolo 18 si è in parte riformato, la disoccupazione rimane, e la corruzione galoppa.

Strana intervista: non una parola su lavoro, debito e scandali vari. Come il caso Finmeccanica dove, forse, da un premier riformista che intende far progredire il paese, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più.

Solo una risposta di autodifesa contro le critiche:
«Trovo risibile ciò che è stato detto da Di Pietro, Vendola e Grillo: se ci sono stati nel sistema italiano, in questi anni, episodi di corruzione e ci sono stati, hanno riguardato molti partiti e territori a loro vicini, i partiti è meglio che facciano un autoesame. La corruzione va combattuta seriamente, non con questo tipo di comizi».

Sulle prossime alleanze, il professore ha detto di essere disposto ad andare al governo, solo con persone disposte a fare le riforme: qui sorgerebbe il problema, perché Vendola e Monti parlano due lingue diverse, mentre con Bersani si intenderebbe bene - così spiegava Mentana che gli metteva le parole in bocca.
Giusto al fotofinish Monti ha parlato delle sue proposte:  oltre alla flessibilità sul lavoro, c'è il capitolo corruzione (che potete leggervi sul sito ..) e anche una legge sul conflitto di interessi.

Un conto è prometterle, le riforme, altra cosa è farle. Vedremo se  riuscirà a ripristinare il falso in bilancio, ad aumentare le pene ai corruttori ed evasori, con tutti gli imprenditori dentro le liste.

A intervista già chiusa, una conferma: anche Monti e il suo governo ha messo il segreto di stato sulla vicenda del rapimento (la rendition) di Abu Omar.
Cosa ne pensano in Vaticano?
Che c'entra lo Stato italiano e la sua Costituzione con il reato di rapimento e tortura (che in Italia non esiste)?

Nessun commento: