23 maggio 2013

Vogliamo sapere

Non basta qualche film mandato in prima visione su Rai e Rai movie (I cento passi, Il giorno della civetta).
Non bastano gli spot con le immagini del cratere di Capaci.

Vogliamo sapere, come cittadini di una democrazia vera, e non di facciata, quali sono le forze e i rapporti che non si possono nominare che hanno portato all'attentato al giudice Falcone (e alla morte della moglie e della sua scorta).
La trattativa tra pezzi dello stato e della mafia dopo la morte dell'onorevole Salvo Lima. L'attentato a Falcone spostato da Roma in Sicilia, con quella bomba che doveva essere un segnale che qualcuno doveva cogliere.

E poi gli incontri tra ufficiali del Ros e colletti bianchi della mafia, come Ciancimino. Il papello, le altre bombe. E poi il silenzio, dpo il nuovo miracolo italiano.




In uno stato democratico non si scende a patti con un entità criminale che rappresenta l'antistato.
In uno stato democratico non esiste ragione di stato che copra le colpe di quanti hanno favorito queta trattativa, che siano (ex) presidenti della Repubblica o altro.

« La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine.
Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. »


Oggi la stampa e l'informazione in generale rispolvereranno il clichè del Falcone eroe.
Falcone non è morto il 23 giugno 1992: è morto prima, quando fu silurato dal CSM alla carica di capo ufficio istruzione dopo Caponnetto. quando fu smantellato il pool, dopo gli attacchi del corvo, dopo l'isolamento anche da parte dei magistrati.
Il silenzio sulla mafia è anch'esso mafioso.

Il potere che non è in grado mettere in discussione se stesso, è un potere che fa paura.



Il processo a Palermo non sarà l'ultima spiaggia per conoscere la verità. Ci sarà sempre la nostra memoria: "per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti" cantava De Andrè (e la citazione è doppiamente importante per la triste notizia della morte di don Andrea Gallo).

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