07 giugno 2013

Servizio pubblico - cosa vostra

Puntata speciale, dedicata tutta alla trattativa stato mafia, dalle bombe della stagione 1992 1993 alla pax mafiosa che ha traghettato il paese dalla prima alla seconda repubbblica.
Quando all'improvviso, la mafia smise di sparare e far esplodere le bombe e si inabissò, con la nuova strategia del padrino Provenzano (che prese il posto di Riina) e di Matteo Messina Denaro , il latitante numero uno.

Perché è tanto importante fare luce sulla trattativa stato mafia? Nella copertina Santoro ha citato le parole di Bobbio: " il tricolore sventola su tutto il territorio?".
Se solo un pezzetto di Stato fosse sotto il controllo della mafia, allora l'Italia non sarebbe nata.
L'Italia non ha combattuto il fenomeno mafioso: se lo avesse fatto la storia del nostro paese e i governi che si sono succeduti sarebbero stati diversi. 
Rivolto ai leghisti, il giornalista ha detto "Bossi e Formigoni non sarebbero quelli che sno stati senza l'aiuto della Sicilia". Non è una accusa di continuità, ma di non avere avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà.
Borsellino ha avuto quel coraggio ed è saltato in atia: sapere la verità non è solo un dovere, qualcosa che possiamo lasciare ai soli magistrati Palermo. Ma è un modo per aprire le porte al futuro.

Cosa vostra: a cura di Dina Lauricella, Walter Molino e Sandro Ruotolo

Una storia che secondo alcuni non esiste. Negata dalla maggiora parte dei testimoni di quegli anni e dei politici di oggi. Negata anche sulla maggior parte dei giornali: è una storia che ci riguarda da vicino anche se parla di mafiosi, ufficiali del Ros e uomini delle istituzioni.

Una storia dove si parla di indagini per la cattura di Bernardo Provenzano, nel 2001, e di Matteo Messina Denaro a Trapani (l'indagine del maresciallo Masi).
Della lettera di avvertimento al pm di Palermo Nino di Matteo, intitolata "protocollo fantasma" dove si dice che la trattativa c'è stata ed è tutt'ora in corso.
Di Provenzano, garante della pax mafiosa dopo il 1992, la cui latitanza è stata protetta dallo stesso stato che avrebbe dovuto arrestarlo.
Ora in cella, Provenzano potrebbe parlare e fare luce su tutti i misteri: forse il suo tentativo di suicidio in carcere a Parma è un messaggio ai pm.
Forse, visto che si è tollerata la tratattiva con la mafia per fermare le bombe, si potrebbe anche aprire un dialogo col boss.
Fatto sta che le immagini dal carcere indicano una persona malata, con degli strani lividi sul volto. Cosa succede dentro il carcere di Parma?
Come mai la notizia degli incontri della europarlamentare Alfano con Provenzano escono subito sui giornali? Come mai la possibilità di un dialogo con Provenzano viene rilanciata sulla stampa, mettendo a rischio le indagini e i suoi stessi familiari (che Provenzano non vorrebbe mandare al macello)?

Ciancimino, come Spatuzza, il killer dei Graviano, ha iniziato a parlare e ha fornito dei riscontri agli inquirenti (la maggior parte dei quali ritenuti validi).
E' stato arrestato due volte, per querela e per evasione (caso quasi unico).
Dopo che lui ha parlato, altri uomini delle istituzioni hanno riacquistato la memoria.
Sui fatti del 1992 - 1993. 
E vengono fuori gli incontri tra la Ferraro e De Donno. 
Martelli che racconta che probabilmente Borsellino sapeva: dopo il suo attentato, qualcuno entrò pure dentro il suo ufficio portandosi via delle carte.
I detrattori dell'inchiesta di Palermo sostengono (con incredibile faccia tosta) che Mori avesse agito da solo, senza coperture. 
Se tutti gli smemorati avessero parlato all'epoca dei fatti, si sarebbero evitati tutti i depistaggi sulle indagini (come per l'attentato a Borsellino e alla sua scorta).
Possibile?

Gli incontri tra Ciancimino e il Ros ci sono stati. L'attentato allo stadio Olimpico viene fermato. La mafia sceglie il silenzio, forse avendo trovato una nuova sponda politica.

Intervistato, il pm Di Matteo, ha parlato del potere di ricatto di cosa nostra: se lo stato vuole essere credibile deve saper processare se stesso, (non esistono cittadini al di sopra di ogni sospetto) e togliere tutte le zone do'ombra dal suo passato.

Non lasciamo la procura di Palermo, che oggi è già spaccata, da sola.
Altrimenti questa sarà anche "cosa vostra".

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