21 giugno 2013

Una vera bufala

 

C'è la mozzarella di bufala, e la bufala della mozzarella: Servizio pubblico, nella formula estiva dell'inchiesta senza dibattito e ospiti in studio, ha raccontato della truffa della mozzarella di bufala campana dop.
Un'inchiesta di Stefano Bianchi dentro una delle nostre eccellenze, che non sappiamo più difendere, come non abbiamo saputo difendere i terreni e le falde della Campania dalle discariche abusive della Camorra.
Quelle dove, a fianco delle fumarole, i fumi dei veleni tossici che escono dalle fratture del terreno, si coltivano fragole, pomodori, pesche, che poi finiscono nelle nostre tavole.
Magari le tavole delle famiglie del nord, da cui negli anni passati sono partiti i camion coi rifiuti industriali interrati (con la complicità di Camorra e amministratori locali) in quei terreni. E il cerchio si chiude.

C'è un dossier del colonnello Mantile, rinchiuso in qualche cassetto del ministero delle politiche agricole (oggi presieduto dalla De Girolamo).
Si parla del consorzio di tutela della mozzarella, del suo consiglio di amministrazione (dentro cui siedono i maggiori produttori di mozzarella della regione), e delle pressioni che questi avrebbe fatto al ministero per poter approvare la modifica della "disciplinare".
La bibbia, il regolamento che indica come deve essere fatta una mozzarella per essere dop.

cioè latte campano, dop, e niente cagliata o latte congelato.
Secondo il dossier ci sarebbe un comitato d'affari, che anziché tutelare la qualità del prodotto, gli allevatori e i produttori del latte, avrebbe badato più ai suoi interessi.
Lucrandoci sopra, per avere meno controlli, "controlli apparecchiati" dice il colonnello, un vero e proprio cartello messo in piedi per livellare verso il basso il prezzo del prodotto, mettendo in difficoltà i piccoli produttori.
Ci sono le intercettazioni, ci sono i rapporti della magistratura, i sequestri del latte proveniente dal sudamerica: alcuni di questi maggiori produttori campani sono finiti nell'inchiesta della DDA di Napoli. Anche se sono sati scarcerati, cìè ancora il processo che deve fare chiarezza.
Un'inchiesta dove si parla anche della Camorra, che controllerebbe buona parte della filiera di produzione.
Camorra che avrebbe proprio finanziato, uno dei produttori poi finito indagato.

Dalle intercettazioni telefoniche sembra quasi di vederlo, Giuseppe Mandara, il patron della mozzarella di bufala più nota nel mondo –arrestato ieri– mentre alza le spalle e, rendendosi conto del pericolo per la salute dei consumatori, dice: “Se prende qualche bambino è una tragedia… Ho parlato con l’avvocato, non ci conviene fare niente adesso altrimenti si capisce che sapevamo del guasto”.

Ci sono le bufale imbottive di farmaci per nascondere ai controlli la malattia della brucellosi.
Bianchi ha anche sentito qualcuno di questi manager della mozzarella (o della bufala della mozzarella).

Tutti si sono detti sereni: la figlia di Giuseppe Mandara (qui trovate altri spezzoni del video), nell'intervista con Bianchi, se l'è presa con Roberto Battaglia, un altro imprenditore caseario che ha denunciato le pressioni dei clan Casalesi su
altri imprenditori .
"usano i pentiti per delegittimarci .. come con Berlusconi .. sa io sono berlusconiana".

A Milano al salone del gusto, il giornalista ha anche avvicinato un altro imprenditore che forniva ai caseifici la cagliata (usata al posto del latte dop e proveniente dall'est Europa). Con molta tranquillità, questo cavaliere della repubblica spiegava che "una volta dentro la cagliata, sono solo cazzi tuoi".

L'importante è non farsi beccare mentre la mescoli al latte dop.

Alcune domande rimangono sospese nell'aria, a fine servizio.
La società che controlla ora sul consorzio è controllata direttamente dall'Aia (l'associazione allevatori che racchiude solo il 20% dei produttori). Possiamo fidarci?
E poi, ma quanto latte di bufala si produce in Italia?
Che dicono al ministero?

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