16 ottobre 2013

La verità sul caso Harry Quebert, di Joël Dicker


Scrivere romanzi non é una cosa da niente: tutti sanno scrivere, ma non tutti sono scrittori.»
«E come si fa a sapere di essere uno scrittore, Harry?»
«Nessuno sa di essere uno scrittore, Marcus. Glielo dicono gli altri.»”
Un libro che parla di libri e scrittori: dell'emozione di scrivere ma anche della paura di non saper scrivere più. Ma anche di come scrivere un libro possa cambiarti la vita, passando dalla crisi della pagina bianca alla frenesia che ti porta a comporre una storia di getto con le parole giuste senza riuscire a staccarti dalle pagine.

Ma è anche un libro sull'amore: sull'amore impossibile tra un uomo maturo e una adolescente che si innamora di lui e che lo aiuterà a comporre il capolavoro della sua vita.
Sull'amore impossibile e sul dolore che questo può suscitare, perché sai che dopo di questo non proverai nulla di simile:
“L'amore é molto complicato. E' la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L'amore può fare molto male. Questo non significa che si debba aver paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell'amore, perché l'amore é anche bellissimo ma, come tutto ciò che é bello, abbaglia e fa male agli occhi. E' per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere.»”
La verità sul caso Harry Quebert si può raccontare in tante maniere: come un viaggio nel passato di uno scrittore, Marcus Goldman, che deve indagare su un omicidio di tanti anni prima per cercare di scagionare il suo maestro, anche lui scrittore, il famoso Harry Quebert. Mentore, maestro, ma anche una sorta di fratello più grande.
Marcus Goldman, grazie ai consigli dell'amico Quebert (che è stato suo professore all'università di Borrows), è diventato con la sua prima opera uno scrittore di successo, ma ora è alla ricerca di una ispirazione per il suo secondo libro, prima che la fama per la sua prima opera scemi del tutto.
“scrivere un libro essendo un Signor Nessuno mi era sembrato facile, ma adesso che ero in vetta, adesso che dovevo servirmi del mio talento e ripetere quella marcia spossante verso il successo che é la scrittura di un bel romanzo, non me ne sentivo più capace”.

Riceve una telefonata da Quebert, che lo invita a casa sua, nella tranquilla cittadina di Aurora nel New Hamsphire (“ un posto in cui gli abitanti non chiudono mai a chiave la porta di casa”), dove sicuramente troverà la giusta ispirazione.

Il caso Harry Quebert scoppia col ritrovamento nel giardino della villa sull'oceano del professore, delle ossa di una ragazzina, Nola Kellergan, scomparsa dal paese il 30 agosto del 1975.
Costui confessa all'amico Marcus di avere avuto con l'allora quindicenne Nola una relazione, proprio nelle settimana in cui stava componendo la sua opera più importante, quella che l'ha reso celebre. “Le origini del male”:
“in quel momento la vide: camminava in riva all'oceano, a piedi nudi, con i sandali in mano; danzava sotto la pioggia e giocava con le onde. Quella visione lo folgorò, e rimase a osservarla, incantato: la ragazza seguiva il disegno dell'acqua sulla battigia, badando a non bagnarsi l'orlo del vestito”.
Quebert diventa l'indiziato numero uno e lo scandalo trascina nel fango la sua immagine di scrittore: eccola l'ispirazione per Goldman, messo alle strette dal suo editore cui deve presentare un nuovo libro pena il pagamento di salate penali.
Marcus Goldman seguirà una sua indagine per ristabilire la verità sulla morte della giovane ragazza e riuscirà a riabilitare l'amico, cui deve tutto. Ma non sarà un'indagine facile: perché nel piccolo paese di Aurora sono in tanti quelli che sanno un pezzo di verità su quella tragica estate e forse il colpevole è più di uno:
“Credo che la piccola città di Aurora nasconda strani segreti, e che la gente dica molto meno di ciò che sa davvero. Devo riuscire a scoprire perché tutti tacciono”.
A cominciare da Harry stesso, colpevole per la sua storia d'amore impossibile (come nel libro di Nabokov, Lolita) che non poteva confessare a nessuno:
N-O-L-A. Quattro lettere che avevano sconvolto il suo mondo. Nola, un bocciolo di donna che gli faceva girare la testa dalla prima volta che l'aveva vista. N-O-L-A”.

Ma è anche un libro sulle diverse concezioni del libro: uno strumento da cui trarre profitto, per vendere più copie possibili dell'ultimo autore di successo, da spremere fino alla fine:
“Barnaski diceva che la sua strategia non era né migliore né peggiore di quella dei concorrenti; che il mondo dei libri era passato dalla nobile arte dell'editoria alla follia capitalista del XXI secolo; che ormai i libri andavano scritti per essere venduti”.
E la concezione all'opposto, per cui un libro è soprattutto uno strumento per trasmettere ad altri le proprie emozioni: alcuni dei 31 consigli su come diventare scrittore di Quebert
Non devi scrivere in nome della nostra amicizia, Marcus. Devi scrivere perché é l'unico modo per trasformare in un'esperienza giusta e gratificante questa minuscola, insignificante cosa che chiamiamo vita.»”
e anche
“Scrivere significa riuscire a sentire le cose con più forza degli altri e trasmetterle di conseguenza. Scrivere significa permettere ai propri lettori di vedere ciò che a volte non possono vedere”.
Il viaggio dentro il mistero diventa, mano mano che scorrono le pagine (e si passa da un colpo di scena all'altro) anche un viaggio verso le origini del male (come il titolo del libro di Harry Quebert, e il perché di questo titolo lo si capisce solo alla fine).
Un viaggio compiuto attraverso frequenti flash back tra passato e presente. Tra l'estate autunno del 2008, alla vigilia delle elezioni presidenziali americane (con la vittoria del primo presidente afroamericano Barack Obama).
E l'estate del 1975, nella piccola cittadina di Aurora, quando un giovane scrittore in cerca dell'idea giusta per il suo secondo romanzo incontra la ragazza della sua vita, Nora Kellergan.
Un thriller, una guida alla scrittura e all'amore per la scrittura. Ma anche sull'amore.

La scheda del libro sul sito di Bompiani
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