23 ottobre 2013

Panzane

Capita di credere a delle panzane, specie se queste vengono raccontate al popolo dalle alte cariche istituzionali.
Come quella del presidente che non si sarebbe mai ricandidato. E invece...
E invece poi si è ripresentato, con un discorso vibrante alle camere plaudenti, dove ricordava l'obbligo e l'urgenza di una nuova legge elettorale.
E vogliamo ricordare allora la moral suasion fatta nei confronti della Consulta, per bloccare il referendum contro il porcellum?

Ricordiamo anche il presidente che, dovendo difendere le istituzioni e la costituzione (quella che oggi si riforma senza rispettare le procedure) ha firmato leggi palesemente anti costituzionali (il lodo Alfano).

Altro episodio da rimembrare, il presidente che rispose stizzito ad un cittadino che gli chiedeva di non firmare lo scudo fiscale di Tremonti. "Se non firmo me la ripresentano ..".

La trattativa stato mafia: in una delle ennesime celebrazioni delle vittime della mafia, piene di retorica, il presidente si augurava che fosse fatta piena luce sulle stragi del 1992-93.
Per poi far bruciare i nastri delle telefonate Mancino-Quirinale, nascondere nell'oblio le parole del consigliere D'Ambrosio sugli "incidibili segreti". Cosa è successo nelle segrete stanze del potere in quei mesi di fine prima repubblica?

E, infine, che accordi segreti ci saranno stati nelle settimane dopo le elezioni di questo febbraio tra Berlusconi e il colle?
Era una panzana anche la grazia al condannato per frode? Che significato dare alle parole "senza toccare la legittimità della sentenza, possono motivare un eventuale atto di clemenza".

E una panzana anche legare assieme il voto del senato sulla decadenza e l'amnistia e la riforma della giustizia?

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