01 ottobre 2013

Piccola Atene di Salvatore Falzone

"Dal centro della Sicilia, sotto la crosta della terra di mezzo, sgorgano le fonti del potere. Non mi chieda di spiegare il motivo di questo assunto, ma le assicuro che… Stia a sentire. La nostra provincia si trova al centro dell’isola, e per questo, come un perno, la tiene in equilibrio".
La Piccola Atene che da il titolo a questo romanzo interessante è Caltanissetta: una città che si trova nel mezzo della Sicilia e anche nel mezzo di pericolosi equilibri, come intuirà il protagonista del romanzo.
Piccola Atene, perché nel passato città illuminata dalla presenza di intellettuali come Vitaliano Brancati e Leonardo Sciascia.
Di quella Atene non è rimasto nulla, ora, se non il riverbero di quel periodo d'oro nelle chiacchiere del bar.

Le tessere del puzzle di questo noir sono il cavaliere Alvaro, proprietario di un centro commerciale, che muore il giorno dell'inaugurazione.
Morte che lega assieme altri personaggi della provincia nissena: il vescovo, il politico locale che era socio di questo centro.
L'altro costruttore concorrente, che era in rotta col politico.

Una morte catalogata da tutti (e di cui tutti parlano) come incidente, il cavaliere Alvaro era sofferente di cuore: morte che però suscita l'interesse di Gaspare Lazzara. Blogger che raccoglie le notizie locali nel suo sito che si improvvisa detective.
Il cavaliere Alvaro è stato forse ucciso?

Gaspare vive da solo con la madre, è senza lavoro e, leggendo tra le righe, pure senza una fidanzata. Valeria, la fidanzata, se ne è andata a Milano, lasciando come ricordo solo qualche rivista scientifica.

Forse è anche per questa solitudine, e per un desiderio di dimostrare qualcosa tramite il suo blog personale, che decide di fare una sua indagine.

Raccoglie qualche voce in giro per la città, il suo barbiere che sa tutto di tutti, un edicolante che aveva sentito uno sfogo di un contadino, l'amico giornalista.
E inizia anche a ricevere strani contatti tramite internet, piazza virtuale che frequenta quasi più spesso delle piazze reali della sua città.

Perché il morto, col centro commerciale aveva probabilmente intaccato interessi forti: quelli della mafia, forse. Gli interessi del concorrente rivale, che voleva portare avanti lui il progetto.
Progetto che sicuramente ha attirato le ire dei contadini locali, cui non fa piacere che i piccoli negozi a cui vendere i propri prodotti siano sostituiti da un grosso centro commerciale.

Il vescovo, inaspettatamente, gli offre un lavoro, a tempo indeterminato.
L'ex amante del politico, Gloria, in un incontro semi segreto, gli parla dei contrasti tra il suo ex amante, che l'ha scaricata e il vescovo.
Viene contattato da un certo Arnone, consulente legale della diocesi, che gli racconta (dentro una chiesa che odora di muffa) i retroscena dietro il progetto del centro commerciale.
Degli equilibri che si sono andati a toccare.
E che è meglio se lascia perdere: "Se vuoi fare l'eroe, metti su una bella impresa e comincia a parlare di legalità".
Alludendo al costruttore Cammarata, il rivale di Alvaro.

Come il professor Laurana di Sciascia ("A ciascuno il suo"), Gaspare si ritrova sempre più solo, sempre più spaventato e sempre più invischiato dentro una storia i cui confini criminali riesce quasi ad intuire.
Anche

Enzo D'Antona nella postfazione scrive "L’impianto narrativo è sciasciano: tutti sanno tutto, tranne l’investigatore che solo in fondo al libro arriva faticosamente alla verità, o magari la intuisce soltanto".

Un libro sicuramente da consigliare, per spiegare la Sicilia della piccola provincia, dove la mafia c'è ma non si vede perché nascosta nei piccoli gesti quotidiani.
Dove tutti sanno tutto, ma nessuno sa niente, almeno ufficialmente.
Dove la Chiesa è il collante di tanti affari che riguardano più il corpo che l'anima delle persone.
Dell'antimafia di facciata.

E dove a spingere il protagonista all'investigazione non è più la presuzione di arrivare alla verità da solo, ma una sorta di "narcisismo da web" (le sue navigazioni su Twitter e Facebook) ma nessuna vera tensione morale verso una denuncia dei fatti sul web.
Gaspare accetterà, alla fine, non senza una certa insofferenza, il comodo lavoro nell'ufficio del vescovo.

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