10 aprile 2014

Il brand cattolico

Il brand cattolico ha perso il suo appeal, almeno rispetto ai bei tempi d'oro in cui la Cei riusciva a forza la mano ai politici di centrodestra (con una campagna referendaria che puntava sul non voto), ben felici di ingraziarsi il Vaticano per coprire le loro azioni (leggi ad personam, lodi, condoni).
Ieri la Consulta ha demolito un'altra delle leggi del padre costituente che oggi scoprirà se dovrà stare ai domiciliari o aiutare qualche vecchietto.
La legge 40 segue il mucchio selvaggio delle leggi anticostituzionali: Giovanardi Fini, pacchetti socurezza, porcellum ...

Oggi solo sui giornali cattolici si trovano commenti a tono: "far west", "liberalizzazione dell'utero" ...
Come se in questo paese le giovani coppie andassero per i vicoli bui a caccia del pusher degli ovuli.
Come se i problemi delle famiglie fossero le fecondazioni eterologhe e non lavoro, salari, tasse, servizi pubblici assenti o pessimi.
Certo, rispetto a quei begli anni, ora abbiamo un papa che passa per comunista.

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