01 maggio 2014

Pio la Torre, il politico che sapeva parlare due lingue

Dice Attilio Bolzoni che Pio La Torre è stato ucciso dalla mafia perché sapeva parlare due lingue, il siciliano e l'italiano. Sapeva spiegare nei palazzi della politica il linguaggio mafioso, i suoi meccanismi, dove basava il suo potere.
E, soprattutto, cosa si doveva fare per colpire al cuore il potere mafioso: colpire i patrimoni dei mafiosi e colpire i mafiosi in quanto tali.
Principi che sono le basi del reato 416 bis del c.p.
Per questo è stato ucciso: perché spiegava che il mafioso non era solo coppole e lupara, ma banchieri, politici, imprenditori col titolo.
L'aveva capito 32 anni fa, anche se per arrivare all'approvazione della legge La Torre Rognoni sulla confisca dei beni si dovette aspettare il sacrificio di un altro uomo di stato, il prefetto Dalla Chiesa.



Ma ancora oggi si fa fatica a far passare questi principi, nella legislazione antimafia. L'agenzia per la confisca dei beni che non ha personale per funzionare. Le banche sono ancora restie a chiudere i canali dell'evasione, a denunciare i mafiosi. E la politica, come ha dimostrato di recente il governo con l'approvazione dell'articolo 416 ter, ancora deve fare i conti con la sua coscienza. La politica che pure La Torre denunciava, i maggiorenti DC in Sicilia ieri, i politici condannati per concorso esterno oggi, ha bisogno ancora oggi dei voti della mafia. E la mafia ha ancora bisogno dell'appoggio, degli appalti, dei favori della politica (magari a sua insaputa, che così non si rischia nulla).

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