17 luglio 2014

Maigret si sbaglia di Georges Simenon


Incipit
Alle otto e venticinque del mattino Maigret si alzò da tavola finendo di bere l’ultima tazza di caffè. Era solo novembre, eppure la lampada era accesa. Alla finestra, la signora Maigret si sforzava di distinguere attraverso la nebbia i passanti che, con le mani in tasca e le spalle curve, si affrettavano al lavoro.«Faresti meglio a metterti il cappotto pesante» gli disse.Le bastava infatti osservare le persone in strada per capire il tempo che faceva fuori. Quel mattino tutti andavano svelti, molti portavano la sciarpa, camminavano battendo i piedi come quando ci si vuole scaldare, e la signora Maigret ne aveva visti doversi soffiarsi il naso.

Chissà perché Simenon ha scelto questo titolo, “Maigret se trompe” in originale, per questo romanzo giallo che ha al centro un uomo, un importante chirurgo, e le sue donne, la moglie, l'amante, la segretaria, le sue infermiere. Una sorta di harem, che si è costruito sfruttando la sua fama e il suo carisma nei confronti delle donne che gli stanno a fianco.

Perché non è affatto vero che Maigret si sbaglia, nel portare avanti le sue indagini, che partono dal ritrovamento in avenue Carnot del cadavere di Louise Filon, uccisa da un colpo sparatole alla testa a bruciapelo.


Come poteva permettersi quell'appartamento in un palazzo prestigioso Luise, una ex prostituta che nel passato aveva pure sofferto la fame? Fatto ancor più strano, a chiamare la polizia la sua domestica, Désirée Brault che pure è una vecchia conoscenza di Maigret per aver commesso dei piccoli furti nel passato.
Chi manteneva Lulù, in quell'appartamento, dove riceveva poche visite, tra cui il suo ragazzo, Pierrot? Un musicista che pure non poteva permettersi l'affito in quello stabile all'Étoile.

Così incongrua la sua presenza in quel posto, che pure nessuno ne sembra meravigliato. La portinaia, la cameriera. Non impiegherà molto tempo, Maigret, a scoprire che Lulù era l'amante del famoso professor Etienne Gouin, che abita al piano di sopra: tutti sapevano di questa relazione, perfino la moglie del chirurgo, Germaine, che era stata nel passato una sua infermiera. Tutti sapevano del vizio del professore, una valvola di sfogo per la tensione del suo duro lavoro: andare a letto con le donne che lo circondavano.
Donne considerate come oggetti, quasi inanimati e che, nonostante questo, si prodigano tutte nel difenderlo. Tutte sapevano di questo “strano rapporto”.
Lulù era incinta, e sicuramente l'aveva detto Gouin. La causa del delitto è da ricercarsi in questo particolare allora? Il colpevole è il fidanzato, geloso del chirurgo, oppure il chirurgo stesso, che temeva di perdere la sua amante?
Tutta l'inchiesta, e tutto il libro, si posa sui dialoghi, secchi, affilati, tra Maigret e le donne protagoniste di questa storia. Perché Maigret è interessato a quest'uomo, con cui sente di avere tanti punti in comune (le umili origini, una certa conoscenza degli uomini): non solo come ufficiale di polizia giudiziara, ma anche come semplice uomo.
Un uomo che gli è stato raccontato da cinque donne diverse e che ama circondarsi da persone devote. Un uomo su cui Maigret indugia nell'andare ad interrogarlo:

Nel corso della sua carriera Maigret aveva interrogato migliaia, decine di migliaia di persone: alcune occupavano posizioni di prestigio, altre erano famose per la loro ricchezza e altre ancora figuravano tra i più intelligenti criminali internazionali.
Eppure attribuiva a quell’interrogatorio un’importanza che non aveva mai attribuito a nessun altro, e non per la posizione sociale di Gouin né per la fama di cui godeva in tutto il mondo.
Capiva che Lucas fin dall’inizio del caso si chiedeva perché non andasse direttamente a fare delle domande precise al professore, e che ancora adesso il brav’uomo era sconcertato dal malumore del capo.
Maigret non poteva confessare la verità né al suo ispettore né ad altri, e nemmeno a sua moglie. A essere sinceri, non osava formularla chiaramente neanche a se stesso.
Quello che sapeva di Gouin, quello che aveva appreso sul suo conto lo aveva colpito, d'accordo. Ma per una ragione che nessuno avrebbe indovinato.
Come il professore, Maigret era nato in un paesino del centro della Francia, e come lui aveva ben presto dovuto contare solo sulle sue forze. [..] ma aveva comunque l'impressione che tra lui e l'amante di Lulù vi fossero dei punti in comune.
Da parte sua era una manifestazione di orgoglio, e appunto per questo preferiva non pensarci. Entrambi avevano – o almeno così gli sembrava – una conoscenza molto simile degli uomini e della vita.
Non era la stessa, e soprattutto erano differenti le loro reazioni. Quei due erano più verosimilmente come opposti, ma opposti di ugual valore.

Il faccia a faccia finale tra l'investigatore e il professore costituirà il culmine della storia: una storia familiare di rancori, di odi familiari, di freddo cinismo, e che Maigret saprà ancora una volta sbrogliare.

La scheda sul sito di Adelphi

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