21 ottobre 2014

La pioggia fa sul serio di Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini

Romanzo di frane e altri delitti.

Strani avvenimenti e strani personaggi a Casedisopra.
Era un settembre che “così piovoso non s'era mai visto”, sostenevano i vecchi del paese. Non è detto che fosse proprio così. Certo, loro se ne intendevano del tempo e delle avversità meteorologiche. Se ne intendevano anzitutto perché non avevano molti altri argomenti di conversazione con cui passare le giornate.
A metà del mese c'era stata una vera e propria bomba d'acqua, una cosa da diluvio universale, durata un paio d'ore, roba che veniva giù così fitta da non vedere a due metri di distanza. Poi, fortunatamente, s'era un poco quietata, la pioggia, ma aveva continuato a buttar giù acqua per due notti e due giorni.
Il sole s'era fatto vedere, per un po', poi altra acqua, poi un poco di sole poi, neanche a dire, altra acqua.
Come conseguenze, inevitabili frane, in qua e in là.
Ecco, mi tocca dire una cosa poco piacevole, ma questo secondo libro della coppia Guccini Macchiavelli, sulla serie dell'ispettore “Poiana” Gherardini, mi ha convinto poco.
Non mi ha convinto il protagonista, l'ispettore della forestale Marco Gheradini che abbiamo conosciuto nel precedente “Malastagione”.
Non mi ha convinto fino in fondo nemmeno l'intreccio giallistico, dietro il mistero degli “strani avvenimenti” a Casedisopra.Strani avvenimenti che iniziano con la sparizione del geologo Antonelli venuto in paese ad indagare sulle frane: frane dovute sia alle piogge intense di settembre, sia all'incuria degli abitanti del paese che non si curavano più dei canali, della pulizia dei boschi e delle strade.
Sarà Adumàs (uno dei personaggi caratteristici del borgo sull'Appenino) che troverà il corpo dentro il “casone” di Realdo. Corpo che però, misteriosamente, sparisce quando arrivano l'ispettore della forestale e il maresciallo dei carabinieri.
Destino del povero bracconiere (ma pentito), quello di fare scoperte che non vengono credute: in “Malastagione” aveva raccontato di aver visto un cinghiale nel bosco, con in bocca un piede umano ...
Ma il corpo, alla fine viene trovato, sepolto dal fango di una frana. Ma non è morto per una disgrazia, il geologo Antonelli. È stato colpito alla testa da qualcuno, con un bastone.
Inchiesta affidata alla coppia Gherardini, Barnada, la Forestale e la Benemerita assieme per individuare un assassino che, almeno sulla carta, dovrebbe essere facile da individuare. Mica siamo in una grande città, no? Siamo in un paese dove ci si conosce tutti: ci si trova a prendere un caffè da Benito, a prendere le sigarette dalla Nerina. E nei boschi rischi di imbatterti nei due “
sedvaghi”, i fratelli Vitali, che vivono isolati nella loro casa fuori dal paese.
"E' una storia lunga e complicata" , direbbe l'ispettore Gherardini:
Gherardini stava pensando a quell'indefinibile personaggio che era stato il geologo. Un bel mistero! Anzitutto, perché era stato ucciso, e da chi? Ma, soprattutto, perché?
'Appare qui in questo paese sperduto' andava editando l'ispettore. 'Mi chiede di accompagnarlo in giro, per le frane, dice. Le frane ci sono, sì, ma lui aveva davvero a che fare con le frane, se, come sembra, nessuno ce l'aveva mandato, a guardare quelle frane? Poi va in giro da solo, e va bene, poi con quell'altro, l'architetto inglese, anche lui un bel tipo, anche lui sempre in giro, per edifici religiosi, con sua nipote.' E qui Gherardini fece un sorriso. 'Almeno c'è lei.'”
Ma sarà proprio lui a trovare la soluzione e a trovare l'umo che “girottava” per i sentieri con un bastone, dopo essersi perso dentro il “gioco degli specchi”, per tutte le piste sbagliate. L'architetto Bill Holmes e la sua bella nipote (di cui Gherardini si innamora). L'edicola del Capitano, dentro cui viene rinvenuto un importante affresco. I fratelli Vitali che girano nei boschi come animali selvaggi.
«E' durata troppo questa brutta storia per essere un semplice gioco di specchi.»
«Non capisco.»
«E' come se per tutti questi mesi avessimo guardato gli avvenimenti in un grande specchio. Non vedevamo ciò che avevamo davanti, ma quello che stava alle nostre spalle. In questa brutta storia di frane e altri delitti, vedevo immagini che che pensavo davanti a me, ma in realtà nascondevano quanto accadeva dietro lo specchio. Un po' incasinata la cosa, eh?» Tentò un altro altro modo per farsi capire.
«Allora, senti: prima ho visto le frane, e Gosto, e la ruspa … ho pensato: ecco i possibili moventi, anche se gli indizi erano molto deboli ..»
Giudizio finale: venendo dalle storie del maresciallo Benedetto Santovito (Macaronì, Un discodei Platters, Questo sangue che impasta la terra ..), l'aspettativa nei confronti dei nuovi personaggi e delle nuove storie della coppia Guccini Macchiavelli era troppo alta. Su questo nuovo investigatore della montagna ci dovranno ancora lavorare. E' ancora giovane e si deve fare le ossa, anche se è cresciuto sugli stessi monti su cui ora deve vigilare.
Aspetto fiducioso i prossimi romanzi della serie.

L'intervista su Repubblica di Macchiavelli di Valerio Varesi:
Macchiavelli: "Io e Guccini sui sentieri dei pellegrini, a caccia di delitti e storie dimenticate"Loriano Macchiavelli
CASE DI SOPRA è una Macondo fatta di greppi d'argilla e boschi di carpini. Né Francesco Guccini, né Loriano Macchiavelli, devono aver fatto grande fatica a immaginarsela se non guardare fuori dalle loro finestre, l'uno a Pavana, l'altro a Montombraro, venti chilometri in linea d'aria. Stesso mondo, stessi panorami, stessa gente che ancora resiste nelle "terre alte".
Una simbiosi perfetta tra gli autori e il loro mondo, luogo dell'anima, al punto da rispettarne persino i cicli vitali: "I nostri romanzi nascono sempre in primavera ed escono in autunno come quasi tutto quassù", sorride Macchiavelli.

Proprio in autunno, in ottobre al tempo delle castagne, arriverà un altro "frutto"?
"Un romanzo con protagonista "Poiana", Marco Gherardini. Stiamo discutendo sul titolo: a me sarebbe piaciuto "Lungo l'Appennino" tanto tengo a questi posti, ma alla fine Mondadori ha voluto che fosse "La pioggia fa sul serio", quindi così sarà".

Un titolo curioso per un giallo.
"Questo è anche un libro di denuncia. I nostri monti sono abbandonati e franano a valle. Non c'è più una strada da queste parti che non abbia un'interruzione. I sentieri che fin dal '400 accompagnavano gli spostamenti, sono ormai spariti. In compenso la Regione ha consentito a moto e quad di inerpicarsi lungo le carraie forestali devastandole. Per non parlare delle seconde case con la gente di città che non sa come ci si comporta. Il libro è anche un a denuncia dello sfascio di questi luoghi".
La scheda del libro sul sito di Mondadori.
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.

Nessun commento: