10 novembre 2014

Cosa c'è nella trattativa?

Renzi chiama B.: o ti accordi con me sulla legge elettorale, o saltano gli accordi (quali non si capisce, visto che il nazareno non è un atto parlamentare).
E B. risponde che l'accordo si fa solo a prezzo del nome condiviso per il colle, dopo che Napolitano fa sapere che se ne andrà.
Era rimasto al suo posto solo per fare le riforme vere, come la legge elettorale (nel 2013 non si parlava né del Senato, né di articolo 18, né della finta abolizione delle province). Cosa che Letta non ha fatto, mentre Renzi è riuscito nell'impresa di peggiorarla.
Leggevo ieri l'editoriale di Scalfari:

"Giorgio Napolitano è stato, non c'è dubbio, uno dei nostri migliori presidenti della Repubblica: ha avuto un rispetto non formale ma profondo per gli altri poteri dello Stato e per le prerogative che la Costituzione attribuisce al Presidente; ha considerato i cittadini come i destinatari dei benefici che la democrazia gli riconosce".
Napolitano ha firmato le leggi anticostituzionali di Berlusconi, ha accettato governo tecnici di larghe intese distanti dalle indicazioni dei cittadini, ha avallato questo patto del nazareno tra un non eletto e un pregiudicato. Non ha detto nulla nemmeno sull'Italicum, che pure toglie ai cittadini il diritto di scelta. Come per le province (diventate poltronificio per accordi polititi sottobanco) e forse un giorno anche per il senato.
Spero che il prossimo presidente abbia altro rispetto per i cittadini e la Costituzione.

Ma dipende da cosa c'è nella trattativa. C'è il nome di Letta (Gianni)? La grazia presidenziale?
Se c'è un modo per allargare la distanza tra palazzo e paese è questo.
E oggi piove anche (anche a Genova). Con tutto quello che ne consegue, sia in termini di rischio alluvione, sia per quanto riguarda la percezione della politica come strumento per la risoluzione del problemi. Siamo sempre un paese dove il dibattito politico è appassionante come un romanzo harmony ..

Nessun commento: