02 dicembre 2014

Basta alibi per le riforme



Il presidente della repubblica fa sapere che non se ne andrà prima del discorso di fine anno: ci vuole lasciare solo dopo aver scaricato la colpa delle mancate riforme sul parlamento. Su quel parlamento balcanizzato che, nonostante l'ampia maggioranza frutto delle larghe intese, non è nemmeno riuscita ad approvare una nuova legge elettorale.
O meglio, in un ramo del Parlamento, la versione 1.0 dell'Italicum era pure peggiorativa.
Meglio scaricare le colpe su altri, prima che nel popolo rimanga l'impressione di un anno perso inutilmente: dare l'impressione di riformare tutto, per cambiare poco e solo in senso restauratore. D'altronde la scelta di Napolitano per il secondo mandato è stata una scelta conservativa. Bloccare la spinta riformista che sembrava uscita dalle urne in quel febbraio 2013. Non è stato un anno perso solo per il M5S: per quanto siano bravi alcuni suoi deputati, i suoi "splendidi ragazzi" sul territorio, basta un espulsione a Roma per far scappare ancora gli elettori.
In un anno avremmo potuto fare questa legge sull'autoriciclaggio, sulla prescrizione, sul rientro dei capitali dall'estero, sul voto di scambio politico mafioso.
Invece abbiamo assistito alla mezza riforma del Senato, che finirà in mano ai consiglieri regionali, quelli delle inchieste.
La legge elettorarle forse subirà un'accelerazione.
Il jobs act che, dice Giavazzi, potrebbe fossilizzare il mondo del lavoro (chi cambia, se oggi rischi di rimanere senza tutele).
Poi i bonus, certo. Gli 80 euro e il bonus bebè.

"Basta alibi sulle riforme" (o per non farle), dice la nota del colle: cercate su internet questa frase e vedete quanti risultati escono fuori.
Poi si lamentano se la gente non va a votare? O forse a lorsignori, se l'astensione aumenta non è un problema.

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