10 dicembre 2014

Questa voglia di cappio

Ma da dove nasce questa voglia di sventolare il cappio, quel grido di "tutti in galera" di cui ha parlato il giudice Cantone?
L'uomo che vigila su Expo e sulla corruzione in Italia.
Colpa dei giornali che alimentano un clima disfattista, sbattendo inchieste e intercettazioni sulle loro pagine?
Colpa di chi soffia sul fuoco, quelli che si auspicano le macerie, il crollo, il disastro?

Ieri alla trasmissione di Floris è intervenuto Violante (presidente di che non si capisce) che ha esordito con una frase di circostanza: "questo paese è composto per la maggior parte da gente che si alza alle 6 e va a lavorare". Applausi.
Mettiamoci in testa una cosa: questo paese è tenuto in piedi dai pensionati, dai lavoratori dipendenti. Da chi paga ancora le tasse, in maniera più che proporzionale al reddito.
Non so se queste persone sono la maggioranza del paese, ma sono sicuro che molti di loro si alzano alle sei non proprio felici di contribuire al benessere del paese.
Per ognuno di loro esiste una maggioranza nemmeno troppo nascosta di evasori che campa sulle loro spalle.
Alberto Statera "Evasione fiscale: non si risolve nulla andando alla guerra armati di bon ton"

"Viene quasi a noia ogni volta che si parla di fisco dover rimettere in fila i numeri di un disastro che ha condotto e mantiene l'Italia in una crisi di cui nessuno intravede l'esito. Ma è bene che chi giustamente si lagna, a cominciare dai lavoratori dipendenti e dai pensionati che non possono sfuggire e contribuiscono per l'83,5 per cento al finanziamento dello Stato, sappia a chi devono un livello di prelievo spesso vessatorio. Evasione totale: 90 miliardi, secondo i dati ufficiali e 180 secondo le stime più realistiche, per il 56 per cento dovuta agli autonomi. Media dei redditi dichiarati: circa 15 mila euro i ristoratori, 16 mila i macellai e 17 mila i gioiellieri.
Se non vi basta,nonvirestache stupire di fronte ai dati sui possessori di aerei privati resi noti dall''Espresso' e che da noi riferiti in questa rubrica ci hanno procurato decine di e-mail incredule: dei 1.776 immatricolati, 386 risultano intestati a nullatenenti, 1.322 a contribuenti con redditi bassi e medi, soltanto 68 a chi guadagna più di un milione e probabilmente nessuno a quei circa 3.300 italiani con una ricchezza di oltre 50 milioni di euro. Il bello è che quando il fisco prova a mettere le mani su qualche miliardo viene respinto con perdite: chi fa ricorso quasi sempre vince e chi perde non paga, tanto che ci sono 800 miliardi che nessuno è mai riuscito - né mai riuscirà - a recuperare. In questa prateria di illegalità istituzionale incede ora il 'buonismo fiscale' renziano, certificato, almeno a parole, nelle circolari: 'La condivisione da parte dei cittadini della strategia fiscale - dice una delle ultime - è l'unica strada percorribile per un recupero dell'evasione'. Ma Rossella Orlandi, considerata un'ottima public servant, deve sapere assai bene che gli evasori non hanno nessuna intenzione di offrire spontaneamente il collo a una ghigliottina spuntata perché rischiano niente e che per lei sarà verosimilmente impossibile recuperare 9 miliardi in più di tasse entro il 2017. Nel carnaio delle prigioni italiane soggiornano 156 detenuti per reati finanziari (nessuno per la semplice evasione fiscale) contro i 4.969 della Francia. E' lo 0,4 per cento della nostra popolazione carceraria, contro il 39,5 dei detenuti per droga, ma soprattutto contro il 4,1 di detenuti per reati finanziari della media europea e - paradosso dei paradossi - il 23 per cento del principato di Monaco e il 38,6 del Liechtenstein. L'Italia è quindi più paradiso dei tradizionali paradisi fiscali europei. Altro che 'fisco amico', quel che ci occorre è un fisco severo ma giusto".

Forse nasce da questa pletora agguerrita e votante di evasori, la voglia di cappio.
Nasce dalla cronaca dei casi Expo, Mose, cricche per le grandi opere, mafia capitale. Dalla gestione delle emergenze (terremoto, alluvioni, carceri) che vengono mantenute non risolte per poterci mangiare sopra, con le procedure in deroga.
Nasce dalla lotta blanda agli evasori, la voglia di cappio. Dalle leggi anticorruzione che producono solo patteggiamenti e prescrizioni.
Dalla logica degli annunci che segue il solito scandalo: taglieremo i costi della politica, taglieremo le mani ai corrotti ..

L'unica cosa tagliata sono i trasferimenti alle regioni, alle province e ai comuni che dovranno arrangiarsi.
Tagliando servizi.
Creando quei bubboni di malcontento.
Quello di chi si alza alle sei e deve viaggiare su un treno dei pendolari stipato e pure in ritardo.
Quello di chi deve aspettare mesi per una visita in ospedale.
Quello di chi abita nelle periferie senza servizi.

Quello di chi vede tutti lamentarsi delle troppe tasse, specie da quelli che non le pagano.

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