20 gennaio 2015

L'altro nazareno

Ogni volta che papa Francesco va in aereo e parla coi giornalisti se ne esce con una delle sue frasi: citando un episodio di corruzione cui è stato testimone, ha spiegato che avrebbe voluto dare a queste persone un calcio dove non batte il sole.
Il ragionamento era più ampio, visto che ha anche parlato dei figli, della povertà, delle caste e del terrorismo di stato.

Non ha ancora capito, il papa, che più che al nazareno nei cieli, quello che importa ai politici è il nazareno del patto.
O del piatto del nazareno. Quello con cui spartirsi le riforme da fare o non fare.
Le nomine dentro il CSM, nelle procure.
Al Quirinale.
Come presidente di regione.

Ai corrotti il papa vorrebbe dare un calcio in culo? E il presidente del consiglio invece riceve il pregiudicato a palazzo Chigi per gestire la riforme della legge elettorale.
Con la minoranza PD, Renzi è stato chiaro: "Se voglio, ci sono strumenti parlamentari che mi consentono di approvare la legge elettorale in 48 ore".
Una frase che me ne ha fatto tornare in mente un'altra, di qualche decennio fa "potevo trasformare quest'aula grigia e sorda ..".

Corrotti state sereni: il papa non è il presidente del consiglio.
Nessuno si impiccerà degli affari vostri, nessuno scoperchierà la pentola in Liguria, o a Roma.
Il prossimo presidente della Repubblica? Una figura condivisa. Tra Renzi e Berlusconi. Il non eletto (che se la prende pure con Cofferati) e il non eleggibile.

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