17 marzo 2015

Dobbiamo pensar male

Qui il garantismo non c'entra nulla e nemmeno la presunzione di innocenza.
L'inchiesta, l'ennesima, sulle grandi opere, sul sistema (presunto) corruttivo dovrebbe essere una pietra tombale sul garantismo peloso per cui ogni volta si sente ripetere "aspettiamo sereni l'esito delle inchieste".

Di fronte ai dati, alle intercettazioni, ai regali, alle amicizie, di fronte a gente che gestisce appalti per 25 miliardi come il signor Perotti (quasi una manovra economica), noi cittadini dobbiamo pretendere trasparenza e chiarezza.
Dobbiamo pretenderlo da qui ministri che hanno nome e cognome e che in questi anni hanno protetto il "sistema" di appalti sulle grandi opere, dirottando lavori su imprese amiche. Da quei alti burocrati di stato che cadono sempre in piedi.

Renzi è andato al governo sull'onda della rottamazione, impuntando ai suoi predecessori l'inerzia nell'affrontare le riforme, il timore nel cambiare le cose.
Ecco, ora dovrebbe essere chiaro a tutti di cosa stiamo parlando: teatro. Teatro come le scenografie teatrali che verranno allestite ad Expo per nascondere i lavori non completati.

Iniziamo a pensar male: quando sentiamo un politico difendere il TAV in val di Susa (che sia il Bersani del 2013 o l'Alfano che non si fa intimorire dalle proteste).
Quando sentiamo il capo degli imprenditori dire che servono quelle infrastrutture al nord, come la Brebemi o la Pedemontana. Due flop che ricadranno sulle casse pubbliche.
Quando sentiamo nostri rappresentanti difendere meccanismo come il project financing.
Questi scandali raccontano la distanza tra quello che raccontano (le aziende bloccate per colpa dell'articolo 18, i sindacati che vivono nell'ottocento) e i problemi reali.
Vogliamo essere veramente un paese credibile, agli occhi degli investitori stranieri?
Iniziamo a mettere mano alla legge Obiettivo, quella del 2001, tanto per cominciare.
Poi mettiamo mano alle leggi a contrasto della corruzione.
E poi al falso in bilancio, ma senza prendere in giro le persone con queste pezze a colore.
Pene aumentate per il falso in bilancio ma solo per le società quotate.
Per le altre, pena a 5 anni quindi niente intercettazioni e discrezionalità del pm nel proseguire il processo.

Cosa dobbiamo pensare, signori miei, che siete complici?

Nessun commento: