13 aprile 2015

Dove sei stanotte – la presentazione alla libreria Centofiori




Nell'ultimo libro di Alessandro Robecchi, “Dove sei stanotte” presentato domenica alla libreria Centofiori, ci sono le tante facce di Milano.
Quella della Milano borghese, con la case dai divani bianchi (perché non ci sono bambini che sporcano).
La Milano della moda e del design.
La Milano degli architetti e degli architetti di sinistra (i primi fanno cose i secondi ne parlano, male).
Ma anche dell'altra Milano, dove senti altre lingue, altri sapori.
É la Milano del Corvetto, dove il protagonista della storia, va a rifugiarsi come latitante. Latitante a meno di 2 km da casa sua ..
In una casa dove incontra un nuovo mondo, dove vige un'altra giustizia rispetto a quella del mondo civile (se si pensa alla storia dei permessi di soggiorno, ma qui mi fermo): qui incontra Francisco, detto El Papa e Carmen, la sua senora.
E anche Maria, sweet Marie.

Quante Milano ci sono? Tante, quanti i popoli e i paesi che ad Expo apriranno un proprio padiglione. Expo, appunto: il tema è nutrire il mondo, uno di quegli eventi mondiali che dovrebbero cambiare la città, se non il mondo.
Evento che si è trasformato in una festa per pochi: sarà una festa dei popoli, ma per quelli che abitano al Corvetto. Non per le persone che frequentano il bar di via dei Cinquecento (citato nel libro e che esiste veramente), gestito da cinesi e frequentato di arabi.

Ma nel libro c'è anche spazio per ridere, per le canzoni di Dylan, per l'amore, per incontrare questi giovani (e un po' stupidi) che vorrebbero combattere la repressione urbana con un gesto eclatante. Ci sono poliziotti alle prese col servizio d'ordine di Expo e altri poliziotti in gamba, capaci di fare il loro mestiere e di travestirsi in mille maniere. Ci sono anche i cattivi in questa storia: una coppia di killer, uno un po' stupido e uno che viene dai servizi. Un killer precario che rimpiange i bei tempi del posto fisso ..
Quanta roba!
La Milano della retorica di Expo, del trionfo dell'orgoglio nazionale che dovrebbe essere qualcosa di più dei capannoni e del camouflage. E la Milano che potrebbe essere, un po' meneghina, un po' sudamericana, un po' tutto.

Buona lettura.

PS: la presentazione è stata condotta dal giornalista Pietro Cheli.

Nessun commento: