09 aprile 2015

Il gioco delle parti

De Gennaro può per il momento rimanere sereno: la posizione di Orfini (tardiva) nel chiedere le sue dimissioni è rimasta isolata nel PD.
Diversamente da Lupi, il presidente di Finmeccanica (riconfermato da Renzi nonostante si sapesse già delle torture alla Diaz e a Bolzaneto) non deve stringere mani o tagliare nastri alla luce del sole.
Se si dimette da solo, bene, altrimenti tutto rimane così.

Il gioco delle parti. Come l'approvazione (forse) del reato di tortura alla Camera: una foglia di fico per salvare la faccia nei confronti dell'Europa.
Questa legge, dice l'avvocato Anselmo, non potrebbe essere applicata nemmeno nei casi Altrovandi e Cucchi.

Gioco delle parti.
Come la legge sul voto di scambio, sul falso in bilancio. Sulla promessa di non alzare le tasse.
Promesse che verranno mantenute a patto che i comuni taglino le spese e anche in fretta. Altrimenti saranno tagliati i servizi.
Gioco delle parti anche sulla lotta all'evasione: torna l'ipotesi di condono, titola Il fatto quotidiano in prima pagina.


E' un'altra delle norme dentro il DEF, recuperare lo spirito originario della delega fiscale, per dare licenza di evadere (con soglia al 3%) alle grandi aziende o le multinazionali. Come quelle che si voleva tassare.

Lo spirito di rinnovamento, tanto forte quando si parla di articolo 18, diventa un flebile sospiro quando si toccano certi argomenti.
La Rai dei partiti, la corruzione, l'evasione. Il sistema degli appalti.
La mafia.

Il CSM boccia la nomina di Di Matteo all'antimafia.
La storia di Falcone e Borsellino non ha insegnato nulla.

Nessun commento: