08 aprile 2015

L'altra Milano di chi sta ai margini

Milano non è solo Expo. Le sfilate, il design, la moda.
Milano non è solo i grattacieli (come quello di Unicredit), il bosco verticale, la movida, i locali da fighetti per gli aperitivi.
E' anche la Milano che racconta Alessandro Robecchi nel suo ultimo libro "Dove sei stanotte".
La Milano dei poveri, dei barboni che spingono il carrello e si rannicchiano sugli scalini di un negozio abbandonato. La Milano multietnica dove all'improvviso scopri una realtà che non credevi esistesse, al quartiere Corvetto.

Sempre a Milano, nemmeno troppo lontano da via Montenapoleone, in corso Concordia, si trova l'Opera di San Francesco per i poveri, che fa da mensa e da ricovero per gli ultimi di questa città.
Qui, il protagonista di questa storia, incontro altre persone, quelle ai margini. Lontano dalle luci e dai cartelloni con su scritto "Benvenuti ad Expo".
Così passa un po' di tempo.Carlo sente un po' di storie. Le solite che ti aspetti in un posto così.Si stupisce di quanti di quelli che stanno lì abbiano un lavoro, degli orari, degli obblighi. Ma nemmeno quelle cose gli bastano per campare. Non è marginalità.Carlo non ha attorno alcolisti, o drogati, non solo almeno. E' seduto sul bordo del marciapiede con un vecchio professore che i figli non possono mantenere e un marito separati che versa alla famiglia, ex famiglia, tutto quello che incassa, che è poco, e allora quando può, cerca di mangiare lì. E' vestito con quella speciale dignità dei poveri che si chiama decoro.Uno esce dal cancello dell'istituto con in mano un paio di scarpe quasi nuove, sembra contento, sono cose che cambiano la vita.

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