20 aprile 2015

Paradisi romani: l'articolo del Fatto quotidiano

L'articolo di Carlo Tecce per il FQ sull'inchiesta di Report, relativamente alle residenze fittizie usate per schermare veri proprietari di locali a Roma.

Società intestate a senzatetto, 100 milioni evasi a RomaL'INCHIESTA DI “REPORT” SULLE RESIDENZE FITTIZIE DI IMMIGRATI E CLOCHARD UTILIZZATIPER SCHERMARE I VERI PROPRIETARI DI BAR E RISTORANTI: 
2.400 AZIENDE SOLO NELLA CAPITALEdi Carlo Tecce
Via Modesta Valenti (una senzatetto),da non confondere con la partigiana Modesta Rossi, non esiste per lo stradario di Roma. Eppure lì risiedono migliaia di immigrati stranieri  e italiani senza fissa dimora, ma anche centinaia di aziende. Via Dandolo 10, invece, esiste: c’è la mensa di Sant’Egidio, ma in Comunità hanno appena scoperto anche grazie all’inchiesta di Report in onda stasera che a quell’indirizzo hanno sede  1.200 imprese.Per l’Agenzia delle Entrate via Valenti  e via  Dandolo  sono dei paradisi fiscali perché non riescono a risalire ai proprietari  che intestano  immobili, terreni e attività commerciali agli immigrati e ai senzatetto, che per ottenere una carta di identità  e l’assistenza sanitaria devono richiedere una residenza anagrafica, seppur fittizia. E così alcune associazionisi occupano delle pratiche burocratiche per ottenerla: il prezzo è  di 70 euro  di iscrizione, per la cosiddetta tessera sociale. E una sola associazione ha dato una residenza fittizia  ad  almeno 10  mila  persone. Tra queste, ci sono bengalesi o tunisini che si ritrovano ad amministrare, per esempio, una società di ristorazione.IN QUESTO buco nero soltanto a Roma si infilano 2.400 società che nascondono al fisco oltre 100 milioni di euro. Com’è possibile che la Camera di Commercio di Roma non abbia mai sventato  la truffa? Lo spiega a Report l’assessore Marta Leonori: il Comune aveva autorizzato questi indirizzi fittizi, ma non aveva comunicato agli altri uffici la tipologia di residenza. Per l’appunto: fittizia. Vincenzo Fiermonte, guardiano della pace e cavaliere di Malta che da vent’anni presiede “Camminare insieme”, riceve  centinaia di contestazioni di Equitalia destinate ad imprenditori senzatetto che hanno la residenza presso l’associazione. Report racconta il caso di un bengalese  di  25 anni,  di  professione  lavapiatti. Nel  2013, nel giro  di poche settimane, diventa socio o dirigente di due società con residenza invia Gigi Pizzirani 25, dove si trova “Camminiamo insieme”.La tecnica è identica per centinaia di casi.  Un imprenditore  convince il  bengalese  a firmare l’atto  di costituzione da un notaio e dopo l’accompagna in  banca a  ritirare il blocchetto per gli assegni e le carte di credito: non per se stesso, ovvio, ma per il furbo di turno  che l’ha abbindolato. Il trucco viene utilizzato ovunque, non solo a Roma. Al tribunale di Nocera Inferiore è in corso un processo sui presunti prestanome di Giovanni Citarella, ex proprietario della locale squadra di calcio. 

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