12 giugno 2015

Finché c'è emergenza c'è speranza

Il servizio del TG regionale dalla Lombardia ieri dava una notizia significativa dei tempi che corrono: Grandistazioni, la società controllata da FS che gestisce le stazioni italiane, ha negato l'uso di loro spazi alla centrale di Milano per la cura dei migranti in arrivo.
"Abbiamo chiesto a Grandi Stazioni uno spazio al binario 21 per disporre di medici, che si occupino dell’emergenza sanitaria in corso. Dobbiamo fare qualcosa per queste persone e per tutelare la salute dei lombardi", ma si è visto negare lo spazio da Fs. "Se si reputa la situazione sanitaria legata al presunto allarme scabbia talmente grave da generare vero allarme - è stata la replica delle Ferrovie - la stazione è il luogo meno indicato per affrontarlo, dal momento che è frequentata, ogni giorno, da decine di migliaia di viaggiatori e cittadini."
In parte sono comprensibili le motivazioni: ma cosa facciamo allora con questa massa di persone (non cose) che da settimane sono accampate qui?
Vogliamo far incancrenire la situazione al punto da salvinizzare la situazione?
Basta rom , basta invasione, basta profughi, a casa loro ...

L'Europa di Juncker (quello eletto coi voti nostri, quello del piano da 20 miliardi) non ha posto obblighi ai paesi per la ripartizione delle quote.
Accordi internazionali non se ne sono fatti.
Al G7 si è parlato di Russia e del TTIP.
Il governo è alle prese coi ricatti vari, con la riforma della scuola impantanata, con Roma capitale da commissariare (vedi mai che si vota e vince il M5S?).

E così, un problema sociale, sanitario, può diventare strumento di campagna politica.
Domenica si vota e la Lega al nord può puntare (anche con le alleanze)a fare centro.
Tanto chi si mette a verificare se le sparate di Maroni & C. sono realizzabili?

PS1: Grandi stazioni

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