29 giugno 2015

Quanti Giavazzi ci sono in Europa .. (sugli aggiustamenti dolorosi)

Se i primi anni dell’aggiustamento sono stati particolarmente dolorosi - come lo sono in ogni famiglia che dopo un periodo di spese un po’ folli debba riabituarsi a non fare acquisti che eccedano il suo reddito - nel 2014 la Grecia aveva ricominciato, anche se lievemente, a crescere (+0,6 per cento). Quest’anno grazie alla cura Tsipras è tornata in recessione. Una domanda si ponevano ieri gli investitori, soprattutto i non europei. Ci sono altri Tsipras nei Paesi dell’euro? Lo sguardo va a due partiti che da tempo applaudono le politiche greche: Grillo in Italia e Podemos in Spagna, entrambi reduci da significativi risultati elettorali (i sindaci di Madrid e Barcellona sono stati eletti il mese scorso con i voti di Podemos). Da questa mattina il costo del nostro debito pubblico dipende da quanto credibile è l’impegno del governo ad attuare, dopo il Jobs act e con la medesima determinazione, quelle riforme senza le quali non ci può essere né crescita né occupazione. E senza le quali il Movimento 5 Stelle può solo rafforzarsi.  
Giavazzi sul Corriere del 29/6
La cura Troika avrà anche prodotto quello 0,6%, ma in termini umani, come la valutiamo (qui un articolo e qui un altro dove si spiega come curarsi sia un lusso)?
Altra domanda: il nostro debito (e per quello greco e spagnolo vale lo stesso) è frutto di Grillo e della sua politica o dei grandi statisti che sono arrivati e hanno lasciato il conto ai contribuenti di domani?
Ancora: è veramente sicuro il nostro Giavazzi che le riforme messe in piedi dal governo (le province, il jobs act, l'Italicum..) porteranno crescita e occupazione (non in decimali)?
Ai posteri l'ardua sentenza.

Ps: sempre sulla Grecia, leggetevi l'articolo di Gilioli, come sempre azzeccato.
La storia del parassitismo, del vivere al di sopra delle proprie possibilità, è un altro paradosso della storia. Perché era fondata proprio quando ad Atene comandavano gli amici della Troika, che in questo modo ottenevano i consensi al proprio partito e ceto politico.Ma adesso non è più così e basta vedere i numeri: la spesa pubblica è (in rapporto al Pil) di 0,9 punti inferiore a quella italiana e di appena 0,3 punti superiore alla media Eurozona: e ciò nonostante in Grecia il Pil sia in caduta libera dal 2008.Anche la famosa spesa per le pensioni è (sempre in rapporto a un Pil sempre più basso) di soli 4 decimali di punto superiore a quella italiana: in un Paese dove con una pensione ormai ci campano in cinque o sei, quindi la loro riduzione implicherebbe una miseria ancor più diffusa, un crollo di consumi ancora più drastico. E in un Paese dove l'attuale governo, in ogni caso, aveva già accettato un graduale aumento dell'età pensionabile, quindi un'ulteriore riduzione della spesa.In sintesi, oggi greci non vivono più "al di sopra delle proprie possibilità". Anzi, vivono al di sotto di quelle che sarebbero le loro possibilità se non ci fosse dentro l'obbligo di pagare interessi molto alti su un debito contratto dai predecessori di Tsipras per pascolare con le clientele il loro consenso.Detto tutto questo - cioè l'isolamento della Grecia, i rapporti di forza così sfavorevoli rispetto ai grandi poteri e il bivio implacabile a cui il Paese è costretto - confesso che io stesso, se fossi un cittadino greco, da padre di famiglia sarei molto incerto tra l'opposizione alle pessime ricette imposte dalla Troika e il timore di acque del tutto incognite.A cui probabilmente alla fine affiderei le mie speranze di cambiamento - visti i disastri determinati finora da quelle ricette - ma non senza averci passato diverse notti in bianco.E voi, se foste greci?

PS: a questo punto, perché non tagliare in Italia in modo retroattivo tutte le pensioni calcolato con la vecchia modalità del contributivo? E i vitalizi?
Anche noi italiani siamo stati accusati di vivere al di sopra delle nostre possibilità ..

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