27 ottobre 2015

In un paese serio

"In un paese serio": ha usato più o meno queste parole l'ex candidato del partito del FARE Oscar Giannino, in un tweet in cui si univa al coro che chiedeva la testa del capo dell'Agenzia delle Entrate, Orlandi.
Dimissioni chieste dal sottosegretario Zanetti a seguito della sua uscita: se va avanti così, l'agenzia muore.
Vietato criticare il capo o il governo, nell'Italia dell'ottimismo: zitta e pedala, ammoniva il sottosegretario.
E Giannino ha rincarato la dose spiegando come, in un paese serio chi dissente dal capo se ne debba andare.

Forse in un paese serio, il problema dei dirigenti dell'agenzia sarebbe stato risolto per tempo e non lasciato decantare per anni.
Nessuno chiede una sanatoria, come maliziosamente insinuavano su twitter i fan del sottosegretario.
In un paese normale non si userebbe la scusa dei consumi per giustificare l'innalzamento dei contanti.
Per poi sentire un ministro, Franceschini, ammettere come l'innalzamento a 3000 euro sia in realtà una richiesta di Alfano cui il PD si è piegato.

In un paese serio la storia del pensionato che ha sparato ad un ladro, uccidendolo, non riempirebbe le trasmissioni TV, con alle spalle un partito pronto a cavalcare l'onda.
In un paese normale non dovrei aspettare Gazebo per vedere le immagini di una provincia finita sott'acqua, Benevento e i comuni attorno.
Dove sono finiti i Mastella, i De Gerolamo?
Ci sono case e aziende in mezzo al fango, con un danno sociale ed economico insopportabile, per il sud.

E noi vogliamo essere un paese serio?

Nessun commento: