15 febbraio 2016

Presa diretta - Dieselgate

Vw vive sulla fiducia dei propri clienti – così parlava Potsch (presidente del cons. di Sorveglianza) nei giorni successivi al dieselgate.
L'agenzia americana EPA ha rilevato che il sw truccato dalla casa tedesca riduceva le emissioni nelle fase di test e si disattivava su strada: lo scandalo riguarda anche veicoli in Europa, 11 ml di auto nel mondo, anche su marchi Skoda, Posche e Audi.

600mila dipendenti, un valore di 678miliardi di dollari, 7 veicoli venduti al secondo: il danno del dieselgate non è facilmente stimabile, l'azienda ha accantonato 6,5 miliardi di euro (si parla di 19 miliardi di dollari), oltre alle cause civili e ai risarcimenti per le auto.
E le conseguenze sull'occupazione? Ci saranno tagli nel gruppo, si parla 10mila posti di lavoro in Germania, di riduzione di investimenti in ricerca (l'auto che si guida da sola) e ci saranno anche effetti in Italia, spiega un giornalista del Times che ha seguito la vicenda.

A Volksburg quasi tutti lavorano per la VW: molti operai, finito il turno non vogliono parlare del dieselgate, altri minimizzano. Una parte rivela la sua preoccupazione: c'è paura, tensione per i posti di lavoro, c'è già stata una riduzione nei volumi prodotti.
Alcuni operai italiani che lavorano qui parlano del danno di immagine: lo tsunami è arrivato negli Stati Uniti, col crollo del titolo, la perdita di 25 miliardi di dollari alla borsa, le vendite globali nel 2015 sono calate del 2%.

Si tratta di una storia che riguarda solo la VW?
A Dresda c'è il fiore all'occhiello degli stabilimenti, la fabbrica di vetro: qui si produce la Phetom, in impianti in parquet.
Si doveva produrre l'auto elettrica, ma i fondi sono ridotti e il nuovo modello non partirà: questo impedirà il passaggio dalle auto a diesel a quello elettrico.
La Vw voleva essere economica in Germania e in Europa, spiega un professore dell'università, che è scandalizzato per l'assenza di controlli in Europa, dove mancano autorità indipendenti di controllo.

La Onlus transport & environment controlla tutti i test sui motori a Bruxelles: la questione dei sw taroccati non è limitata solo alla VW, le emissioni su strada sono più alte rispetto a quanto dichiarato, ci sono anche marchi francesi.
La manipolazione dei dati di laboratorio riguarda tutti i motori, non solo i diesel: i test di omologazione sono il problema, perché passati i test non ci sono altri controlli, nemmeno a campione.

A La Spezia la giornalista incontra l'ingegner De Vita: si sapeva dal 1992 delle manipolazioni degli accorgimenti per le prove al banco per avere dati più belli sulle emissioni.
Questi accorgimenti non erano vietati e li hanno usati tutti: gli unici che han confessato sono quelli della VW e ha messo a nudo un problema latente.
Servono cicli di controllo trasparenti e riproducibili su strada.

Anche la commissione europea sapeva, dal 2011, che i test erano falsi: nel laboratorio del CNR di Napoli si provano i nuovi test di omologazione che andranno in vigore l'anno prossimo.
Il test simula una vera guida su strada, non è una prova al banco.

Ma il 28 ottobre scorso l'UE ha alzato i limiti per le emissioni degli ossidi di azoto, lo hanno chiamato “fattore di conformità”, appena passata al consiglio europeo per pochi voti.
Un buon compromesso, spiega la responsabile per l'azienda auto in Europa: serve l'impatto reale, non vincoli stringenti.

A Bruxelles, nel cuore delle lobby dell'auto: le case cercano di influenzare la legislazione europea, dice Rebecca Hans, dei verdi europei.
Racconta un retroscena dei negoziati del 2013: alcuni governi chiedevano limiti stretti, come l'Olanda. Mentre la Merkel telefonò al presidente olandese e portoghese, se avessero firmato l'accordo le relazioni diplomatiche sarebbero guastate.
Uno scandalo, un'ingerenza: se ne parlò anche sulla stampa tedesca, senza però alcun effetto.
C'è un forte legame tra le aziende dell'auto tedesche e il governo tedesco: in Italia si parlerebbe di conflitto di interesse. Servirebbe trasparenza, racconta Trasparency international: le industrie automobilistiche sono potenti a Bruxelles e la VWW è quella che spende di più in lobbismo.

Corporate Union è una onlus che controlla le lobby: i lobbisti spendono 2,5 ml di euro in operazioni di lobby per influenzare la legislazione europea.
Il comitato di esperti che ha aiutato l'UE per le leggi sulle emissioni nocive comparivano gli AD di Renault, Fiat, VW. Nel comitato non c'erano persona a difesa degli interessi dei consumatori e dell'ambiente.

Emma Marcegaglia presiede Business Europe: è la più grande società di lobby in Europa, ma alle domande della giornalista ridimensiona il ruolo e il potere delle lobby.
Le aziende devono stare sul mercato, dice l'ex presidente di Confindustria: ma chi si preoccupa della qualità dell'aria nelle nostre città?
I motori diesel producono gli inquinanti più pericolosi: sono circa 84mila le morti causate dallo smog che l'anno passato è stato aggravato dalle condizioni atmosferiche.

Ben Barratt è un ricercatore inglese: ha misurato gli inquinanti nell'aria di Roma, per capire cosa respiriamo quando giriamo per le strade della città.
Le sostanze nocive passano anche quando siamo in macchina, dove è peggio rispetto a girare in bici, essendo al chiuso.
Il nanoparticolato è pericoloso, perchè passa dal filtro del naso; c'è anche il black carbon, a cui si attaccano sostanze tossiche come metalli, ossidi di azoto, gli inquinanti che gli americano hanno trovato superiori alla norma nei motori della VW.

I motori diesel inquinano di più rispetto a quanto dichiarato: i picchi più alti riguardano gli NOx e il black carbon, sempre superiori alla norma.
Il particolato piccolo è alto dappertutto, il nanoparticolato non è nemmeno registrato dalle macchine e di questo ci si ammala.

A Milano si sono sforati i limiti massimi per il superamento delle soglie di inquinanti: alcune mamme si sono riunite in gruppo, per monitorare la situazione.
I bambini hanno problemi respiratori, hanno bisogno di fare aerosol, sono esposti al black carbon come tutti i milanesi.
L'inquinamento dell'aria non è una emergenza ma una costante: le centraline segnano giorni di sforamento ogni mese, con valori costantemente superiori a quelli stabiliti per legge.
Le morti premature dichiarate per l'inquinamento sono legate a problemi respiratori, problemi cardiovascolari, hanno maggiore probabilità di avere dei tumori.

L'industria europea dell'auto fattura 600 miliardi di euro, il 6% del PIL europeo: ora davanti ha la scommessa del secolo, il motore europeo.

Danilo Procaccianti ha raccontato l'universo del motore elettrico: ha intervistato Daniele Invernizzi, uno dei pochi italiani che possiede una Tesla.
L'azienda più innovativa al mondo: navigatore, radio digitale, controlli automatici dell'auto .. La carica dura 500km, le pastiglie durano di più. L'auto costa circa 80mila euro, come altre auto con gli stessi cavalli, ma si può ricaricare nel garage, collegandola alla presa.

H2R è il salone delle auto verdi, a Rimini: qui si scopre che i ricercatori di Ena stanno lavorando su batterie ad autonomia maggiore, fino a 70 volte di più rispetto a quelle di oggi.
Qui si gioca il futuro del motore elettrico e qui la ricerca parla italiano.

Negli stand si trova la De Lorean, la macchina del film Ritorno al futuro, che viaggia a biometano, i rifiuti alimentano il motore, come nel film.
C'è addirittura il biometano, che si trova sotto le discariche, una miniera per questi motori.

Alfazero è un progetto innovativo: producono auto del futuro, elettriche, con pannelli solari sul tetto per il condizionamento dell'interno.
È un auto a tre posti, per essere venduta manca solo la normativa: il legislatore dovrebbe aiutare la vendita di questi modello, favorendo le ricariche sul territorio o nell'apparmanento.

Il gruppo Rampini produce il bus elettrico: un centinaio di dipendenti produce i bus elettrici, che sono più apprezzati all'estero che in Italia. In Germania o Austria hanno la volontà di ridurre le emissioni, mentre in Italia si chiacchiera su targhe alterne o blocchi.
Questi autobus si trovano a Vienna o Ratisbona, di notte ricaricano le batterie e di giorno girano per i centri storici.
Gli austriaci ringraziano noi italiani.

La Norvegia è il paese dove è più alto il tasso delle auto elettriche, più di un norvegese su cinque (noi siamo allo zero virgola ..).
Qui si tassano le auto a benzina, per disincentivarle mentre le auto elettriche non hanno tasse sopra: queste macchine possono essere ricaricate in colonnine sparse nel paese, si trovano ovunque e sono tutte pubbliche e gratuite.
I comuni perdono in entrate ma i cittadini guadagnano in salute: un bello scambio, no?
In Norvegia pedaggi gratuiti e ricariche gratis: nel centro di Oslo non potrà circolare alcuna auto diesel o a benzina.
Qui la gente vuole delle azioni concrete sul suo futuro e sull'ambiente: per questo i verdi hanno vinto le elezioni battendo la destra.
In Norvegia ci sono riusciti, creando occupazione e business .. e in Italia?

In Italia ci sono 1000 stazioni in tutto il paese.
Dei 50ml per il piano elettrico se ne sono spesi 5.
Gli incentivi non ci sono per le auto elettriche.
Il futuro è l'elettrico, la tecnologia farà passi da gigante. Anche la VW sta puntando sull'elettrico.
Che potrebbe pagare una cifra prossima a 48 miliardi per multe e risarcimenti.
Il governo italiano invece non ha ancora fatto alcuna commissione per controllare le emissioni in Italia.

Come quelle della 500X della FCA che secondo uno studio tedesco avrebbe delle emissioni di ossido d'azoto così alte per cui si suppone che anche i loro dati sono falsi. Dato smentito dall'azienda.

Il link per rivedere la puntata.

Nessun commento: