16 febbraio 2016

Sempre sui diritti (e sulle pensioni)

Il ministro Poletti sostiene che la polemica sulla delega in bianco per le pensioni, che tocca l'attuale meccanismo delle pensioni di reversibilità è infondata.
Non si toccheranno i diritti acquisiti rassicura, ma sono smentiti dalla loro stessa legge (dal Fatto quotidiano del 16-febbraio)

“Introducendo in via generale princìpi di universalismo selettivo nell’accesso alle prestazioni medesime, secondo criteri unificati di valutazione della condizione economica in base all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”.

Il timore è che si voglia far cassa, per recuperare miliardi per la promessa sul piano per la povertà. E che si voglia far passare questo taglio sulle pensioni, perché sarebbe una forma di assistenzialismo.
Due anni fa, il presidente del consiglio aveva detto le stesse cose con altre parole a Servizio pubblico: 
"Mia nonna oggi, dopo 41 anni continua ancora a prendere la reversibilità. È già bisnonna. È giusto che continui a prendere la stessa cifra che prendeva allora, quando aveva sei figli a carico? È giusto? Secondo me questo è un meccanismo sul quale possiamo intervenire in qualche modo".

Confondono, ministri e primi ministri, quelle che sono concessioni assistenzialistiche (per esempio bonus, soldi a pioggia, etc..) con i diritti.
I soldi per i contributi pensionistici sono versati per avere poi, come diritto, la pensione. Piaccia o non piaccia, così stanno le cose.
E' come se il mio datore di lavoro dicesse, tu, per il tuo reddito, per il tuo tenore di vita, non hai bisogno di tutto lo stipendio che ti diamo .. 
Oppure, caro ministro che hai a disposizione un ufficio, un'auto blu, uno stipendio di giada, in base al tuo isee non ne avresti bisogno: che dici, tagliamo?

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