25 maggio 2016

Lo spione e il comunista

Un altro estratto dal libro "L'insolita morte di Erio Codecà", dove si parla di Federico Umberto D'Amato: il potente dirigente del Viminale, presso l'Ufficio Affari Riservati, e il comunista
"Circa tre anni fa, nel maggio del 1996, le sinistre vinsero le elezioni e al ministero dell'Interno giunse Giorgio Napolitano. Un ex comunsta a capo delle forze dell'ordine ... non mi ci far pensare! D'Amato attestò pubblicamente che il nuovo ministro era una persona pulita, avendolo spiato per oltre trent'anni. Un messaggio, diciamo. Napolitano ricambiò con una dichiarazione di pochi giorni dopo, nella quale assicurava di non essere arrivato al Viminale per 'cercare scheletri nell'armadio', ovvero: D'amato, stai tranquillo".

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