15 luglio 2016

Cose nostre

Dichiarazione di un viceministro della Repubblica
“Ma basta veramente – dice all’agenzia Dire – e lo dico forte di aver partecipato a un’iniziativa di strepitoso insuccesso, dico ‘basta’ alle aggregazioni politiche che partono non dai contenuti e dalla visione ma dalle fedine penali. Non perché le fedine non siano importanti, ma non possono essere il collante di iniziative che imbarcano di tutto e di più in termini di personalismi e di visione politica”.
Le fedine penali sono quelle dei verdiniani di Ala (entrati in maggioranza).
Una volta era pecunia non olet, ora è "fedina sporca" non olet: l'onestà (quella gridata dai grillini), l'etica, una fedina pulita (escludendo i reati di opinione) dovrebbero essere la base per un politico, qualcosa che si dà per scontato.
Perché, e qui veniamo al nodo politico, che genere di riforme liberali si possono fare se alla base mancano anche i requisiti, il minimo sindacale che si dovrebbe chiedere ad un rappresentante del popolo (e non in senso populista)?
Stiamo parlando proprio delle riforme che il fronte del Sì indica come quelle attese da 70 anni, dai tempi dei nostri Costituenti.
Potremmo passare da Pertini, condannato dal governo fascista, ai nei responsabili condannati (forse, speriamo per loro di no) per reati comuni..

Nessun commento: