21 luglio 2016

Servitori dello Stato - Boris Giuliano


E' leggendo la storia di servitori dello Stato fedeli come Boris Giuliano (o come Paolo Borsellino), che si comprende a capire perché lo stato non sempre ha voluto vincere la lotta alla mafia.
Boris Giuliano era, prima di tutto, un poliziotto che aveva seguito il principio del follow the money: i soldi della del traffico della droga che la mafia riciclava dalle banche siciliane. 
Non si faceva scrupolo, ne aveva paura di seguire le piste investigative che lo portavano dentro le banche e dentro i rapporti mafia-politica.

Subentrò a Bruno Contrada come capo della Mobile di Palermo, dove fu ucciso da Luchino Bagarella il 21 luglio 1979.
Il suo successore,  Giuseppe Impallomeni aveva in tasca la tessera P2 n. 2213.
Mentre Questore a Palermo diventerà Giuseppe Nicolicchia "di cui verrà rinvenuta, tra le carte di Castiglion Fibocchi, la domanda di affiliazione alla Loggia di Gelli" (wikipedia).

La mafia lo chiamava lo sceriffo, per questo suo muoversi senza paura, quasi da solo.
Noi lo chiamiamo servitore dello Stato, come Piersanti Mattarella, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Cesare Terranova e tutte le altre vittime della mafia uccise in quegli anni.

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