03 luglio 2016

Un lungo periodo di instabilità

In Austria si ripeteranno i ballottaggi per le presidenziali col rischio dell'estrema destra al potere (che ha puntato la sua campagna elettorale nella chiusura delle frontiere e nella paura dell'invasione degli immigrati).
In Spagna e in Australia non si riesce a trovare un accordo per un governo, stabile.
Quest'anno si voterà negli Stati Uniti col pericolo Trump, il miliardario populista e le sue sparate contro gli islamici e gli immigrati in generale.
L'anno prossimo si voterà in Germania, paese dove i movimenti di destra, anti europei, nazionalisti sono in crescita.
Si vota tra un anno anche in Francia e anche qui l'estrema destra potrebbe arrivate all'Eliseo, anche qui puntando tutte le sue carte sul tema dell'immigrazione.

Ci attende un periodo di grande instabilità, e non è solo per colpa della crisi, della Brexit. L'Europa si è sfaldata soprattutto di fronte all'emergenza dei migranti, che sono sia i profughi che scappano dalle guerre nel est del mondo, ma anche i migranti per motivi economici.

E se fosse questo il vero obiettivo dell'Isis?
Creare instabilità per poter poi arrivare a nuovi equilibri mondiali con nuovi interlocutori al tavolo.
L'Isis che è sia lo stato islamico tra Siria e Iraq, che gli attentati delle cellule più o meno collegate in giro nel mondo.
In Turchia, dopo che questa si è riavvicinata alla Russia, per dare un messaggio al paese che nel passato era stato accusato di chiudere un occhio nei confronti dei traffici al confine con la Siria di armi e petrolio.
E l'altro giorno a Dacca, in Bangladesh, un piccolo paese poco noto, dove terroristi, molto giovani, hanno preso in ostaggio un gruppo di turisti per poi ucciderli.
Crociati”: così sono stati chiamati gli occidentali. Crociati era la stessa parola che usava Al Qaeda per gli occidentali che avevano occupato l'Iraq e l'Afghanistan e che avevano piazzato loro imprese a sfruttare le risorse petrolifere locali.

Il Bangladesh è un paese povero, dove molte imprese tessili hanno spostato la produzione, anche imprese che lavorano per marchi italiani. E dove non c'è alcun rispetto dei diritti di chi lavora in questi posti, controllati dalla polizia e dalle guardie private, dove i sindacati non sono visti di buon occhio.
Facile fare proselitismo contro l'occidente: ne aveva parlato Presa diretta con un bel servizio di Liza Boschin sul crollo del Rana Plaza (1129 morti).

Dico ciò non per giustificare, ma come spunto per capire cosa fare ora.
Dopo la strage a Dacca, dove sono morti anche nostri connazionali, l'europarlamentare Salvini ha puntato il dito contro i trafficanti di esseri umani, poiché sono una fonte di finanziamento di Isis.
Ma in realtà è proprio perché non esistono canali ufficiali per far arrivare in zone sicure chi scappa da Iraq e Siria, che questi disperati devono rivolgersi a gruppi criminali.
La realtà è che siamo in una guerra senza un nemico chiaro, con un esercito di terra, con una prima linea ben delineata.
Certo, c'è il fronte in Siria e in Iraq, ma lì, come ha raccontato Aldo Giannuli nel saggio “Guerra all'Isis”.
C'è poi la questione degli alleati in questa guerra: gli Assad, gli Al Sisi, lo pseudo governo in Libia, Putin...
Possiamo ancora andare avanti a parlare della difesa dei nostri valori, per poi stringere accordi con governi che non rispettano i diritti civili?
Possiamo ancora tollerare l'ipocrisia dei paesi del golfo, paesi con cui stringiamo accordi commerciali (e a cui pure vendiamo armi) e che poi finanziano sotto banco l'Isis?

Chi ci assicura che il petrolio, proveniente dallo Stato islamico, non arrivi sottobanco anche qui in occidente? Qualcuno lo dovrà pur comprare, no?


Temo che questo periodo di instabilità durerà ancora a lungo..

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