10 ottobre 2016

Report - l'inchiesta sul Biologico

Come già Presa diretta, anche le inchieste della nuova serie di Report andranno in onda il lunedì sera e non più domenica (e il pubblico ha tenuto, almeno a guardare lo share).
La seconda novità di questa stagione è la copertina affidata a Sabrina Giannini sul tema dell'alimentazione, dal titolo (poco rassicurante in senso ironico) "Indovina chi viene a cena":
"Saranno dieci le puntate di Indovina chi viene a cena tutte incentrate sull’alimentazione, un percorso tra miti e salute, interessi che orientano il mercato e comode abitudini. Con una appendice sempre sui progetti alternativi che l’uomo ha già messo in atto o sta ideando in vista del 2050, quando nove miliardi di persone abiteranno il pianeta e le risorse saranno ancor più ridotte".
Nelle scorse edizioni la giornalista si era occupata del "doping" carne bovina (e delle due inchieste della procura di Cuneo), del cibo per cani e gatti, dell'olio di palma.

Alle 21.30 invece i consueti servizi: si comincia con Bernardo Iovene con "Bio illogico", dove il giornalista farà le pulci al sistema di certificazione del biologico in Italia.
Sessantamila imprese che fanno un fatturato da 4,3 miliardi per 18 milioni di famiglie come consumatori: nel biologico siamo i primi in Europa, ma siamo sicuri dei controlli e dei bollini dei prodotti "bio" che compriamo?
"Quattordici sono gli enti che controllano le imprese che fanno biologico, a loro volta controllato da un ente unico, sopra il quale vigile il ministero. Siamo in una botte di ferro".




La scheda del servizio:
È bastato cambiare un numero su un certificato per far passare undicimila tonnellate di grano duro convenzionale come biologico. La truffa è partita da San Paolo Di Civitate, provincia di Foggia. Gli enti che dovevano e potevano controllare sulla vendita se ne sono accorti sei mesi dopo, quando il grano è diventato semola e poi pasta spedita in tutto il mondo. Che cosa succede se poi si scopre che il grano non era biologico? Bisogna ritiralo dal mercato, ma dopo mesi è già cotto e mangiato. L’inchiesta entra nel mondo dei certificatori e si sviluppa in Romania dove alcuni enti di certificazione italiani sono stati sospesi perché certificavano come biologici prodotti trattati con fitosanitari e pesticidi. Gran parte del grano biologico che consumiamo arriva dai paesi dell’Est. Bernardo Iovene si è trasformato in imprenditore agricolo per ricostruire come è stato possibile che in cinque anni siano transitate 350 mila tonnellate di falso biologico in Italia. A vigilare su tutto c’è il ministero delle Politiche agricole, ma proprio nel ministero e nel posto cruciale potrebbero annidarsi relazioni pericolose. 
L'anteprima sul sito di Reportime: il biologico non è biologico (e noi italiani siamo sempre i soliti furbetti)



Anche il secondo servizio di Giulio Valesini "Il rappresentante" riguarda l'alimentazione: chi abbiamo mandato a Bruxelles per rappresentare l’Italia nella "tutela della nostra sicurezza alimentare e della sanità animale"? 
Il ministero della Salute ha scelto il dirigente Pasqualino Rossi, nel passato accusato di corruzione ma dove il processo è finito in prescrizione.
Vero che in Italia abbiamo la presunzione di innocenza, ma viene da chiedersi come mai il ministero abbia scelto proprio questa persona.

La scheda del servizio:
"A Bruxelles c’è la sede della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea. Svolge un ruolo strategico: “Promuovere e difendere le posizioni italiane nell’ambito dell’Unione Europea”; in pratica tutto quello che per l’Italia si decide in Europa, dai trasporti, agli affari economici, dalla sicurezza, alla sanità, all’immigrazione prima passa da questi uffici. I dossier sono affidati ai funzionari mandati dai ministeri di Roma. E la scelta dovrebbe cadere su quelli con il curriculum migliore. Il ministero della Salute ha scelto di mandare a Bruxelles, a rappresentare l’Italia nella tutela della nostra sicurezza alimentare e della sanità animale, il dirigente Pasqualino Rossi. Rossi fu arrestato nel 2008 dal Procuratore di Torino Raffaele Guariniello con l’accusa di corruzione. Il processo si è chiuso nel settembre del 2015 con la prescrizione dei reati. Sarà tutto regolare, ma si può dire che il ministro Lorenzin abbia scelto il migliore per rappresentare l’Italia?"
Infine, un'inchiesta sull'esercizio fisico: "Muoversi" di Stefania Rimini, che ci darà la ricetta per vivere più a lungo, più sani e magari più felici.
Una magia? No, semplicemente muoversi!

La scheda del servizio:
Sempre più giovani sotto i trent’anni si ritrovano con il collo deformato perché passano ore con la testa piegata sul telefonino o sul tablet, oppure seduti davanti al computer con posture scorrette. Invece di stare sempre a scrivere e inviare messaggi vocali, per grassi e magri la vera medicina è: muoversi! Due ore e mezzo alla settimana sarebbe il minimo sindacale per evitare di ricadere nella sedentarietà, considerata la quarta causa di morte, ma di movimento più se ne fa, meglio è. È ormai dimostrato che i benefici aumentano all'aumentare della "dose". Non è necessario perdere un'ora per andare e tornare dalla palestra, vale anche portare il cane a spasso, fare le pulizie energicamente, salire le scale, parcheggiare lontano e poi camminare veloci... I 150 minuti settimanali si possono addirittura spezzare in sessioni da dieci minuti, basta che sia attività fisica almeno "moderata", cioè quella che ti lascia accaldato e con il fiato appena un po' corto. E poi il segreto per non invecchiare in fretta è l'elasticità. Con quali esercizi?
L'anteprima su Reportime:


Diciamo la verità: quanti di noi usano lo smartphone tenendolo in alto ad altezza occhi, in modo tale da non dover piegare la testa in avanti? E quanti tengono il tablet ben dritto, davanti al naso? Probabilmente quasi nessuno, ma poi non stupiamoci se arriva un attacco di cervicale o ci ritroviamo con un’ernia, dolori e rigidità. In certi casi le vertebre addirittura si raddrizzano perché il nostro collo per non sentir male si trasforma in una specie di collarino naturale… che però non si riesce a levare tanto facilmente come quello di plastica.

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