07 aprile 2017

Ce lo chiede l'Europa (ma non sui diritti)

Ogni tanto, nella storia di questo paese dove si disquisisce su repubbliche giudiziarie, magistrati politicizzati, sul garantismo nei confronti dei potenti, riemerge la vergogna del G8, delle torture a Bolzaneto e dell'irruzione selvaggia alla scuola Diaz.
La notte cilena di Genova.
Le sentenze hanno stabilito che in Italia si è torturato: persone inermi, nelle mani di rappresentanti dello Stato, sono state picchiate e torturate, hanno subito minacce psicologiche.
I responsabili nella polizia, dopo anni di carriera, hanno pagato parzialmente il prezzo.
Agli agenti e funzionari della Diaz, quelli delle prove false costruite per infarcire la menzogna dei black block dentro la Diaz, se la sono cavata con una multa.

Da ieri si aggiunge un ulteriore tassello in questa pagina nera nella storia delle nostre istituzioni: le torture e le carenze legislative italiane, messe nero su bianco da una sentenza europea, hanno portato l'Italia a patteggiare  (a Strasburgo) un risarcimento danni nei confronti di sei persone torturate a Bolzaneto.

Ora che sappiamo i nomi di parte dei responsabili, che tutto è nero su bianco (e non sono illazioni o teorie complottistiche) ci piacerebbe che succedessero due cose: la prima l'approvazione di una legge contro il reato di tortura.
La seconda alzare il livello della conoscenza, tirando dentro le responsabilità politiche (e le coperture).
Specie ora che ce lo chiede l'Europa.

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