16 giugno 2017

Chissà se si rendono conto della loro fortuna

Chissà se si rendono conto della fortuna che hanno, i leghisti e i salviniani che ieri in aula hanno messo in scena la tamurriata, l'ammuina durante la votazione dello ius soli.
E lo stesso vale per quelle poche centinaia di fascisti (o sovranisti, chiamateli come vi pare) che sempre ieri in piazza hanno manifestato fuori dal Senato.
Prima gli italiani, non si svende la cittadinanza ...
Pare che alla manifestazione, non quella movimentista, fossero presenti anche Starace, Gasparri, Alemanno, tanto per capire quale fosse il colore politico.




Non si rendono conto i casa pound, i Salvini, i Centinaio della fortuna che hanno nell'essere nati in Italia, magari anche in regioni più fortuna di altre.
Sarebbe bastato nascere qualche centinaio di chilometri più in basso, nei paesi delle carestie e delle siccità, dei paesi in mano a governi corrotti o con guerre civili.
Dalla parte sbagliata del muro.


Bell'esempio di come si rappresentano le istituzioni: con quale coraggio il senatore che ha insultato il presidente del Senato rifiutandosi poi di abbndonare l'aula come un bambino capriccioso, potrà poi parlare di rispetto delle regole, delle leggi?
Tutta un'ammuina contro una legge, presente anche in altri paesi europei, che concede la cittadinanza a cittadini stranieri a patti che siano rispettati dei criteri, come il ciclo di studi.

Di questo stiamo parlando: di un principio di civiltà che non toglie nulla agli italiani e che aiuterà gli immigrati ad integrarsi nel nostro paese.
Prima gli italiani, sventolavano in aula i signori sovranisti.
Mai visti questi signori (che pure hanno avuto l'onore di governare il paese) usare la stessa irruenza contro le mafie, contro la corruzione, contro gli evasori.
O contro i voucher, vecchi o nuovi cambiano di poco: strumenti in mano alle imprese per livellare sempre più verso il basso i diritti sul lavoro.

Prima gli italiani, ma quali italiani?
Ogni volta che l'estrema destra scende in piazza vedo solo una messa in scena.
Un'arma di distrazione di massa, in mano a gente che sfrutta problemi reali (la casa, il lavoro, la crisi), in cui il nemico è sempre quello che viene da fuori.
L'immigrato.

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