12 luglio 2017

Consigli di lavoro

Sul treno una mia amica mi raccontava del colloquio che aveva appena avuto col vicepresidente europeo del gruppo per cui lavora.
Colloquio con cui i nuovi responsabili hanno modo di presentarsi e di conoscere il top management.
Questa persona ha dato due consigli alla mia amica: visibilità e network.
Per crescere in azienda serve che tu sia visibile con gli altri capi e che ti crei una rete di relazioni.
Relazioni di lavoro?
No. Un pranzo con quel capo, un altro capo con quell'altro.
E non prendere il caffé con le stesse persone.
Questa mia amica è tornata a casa molto delusa.

Questo racconto è istruttivo, nel piccolo, per dirci cosa è diventato il mondo del lavoro.
Sono frasi che sento ripetere (e non da oggi) da tante persone.
Non importa quello che fai, ma come ti rivendi, come ti presenti, la tua rete di conoscenze.

Una volta quando ci si incontrava, tra estranei, una delle domande che ci si faceva era, che lavoro fai?
Ora, in molti settori, non ha più senso, una domanda del genere: network e visibilità, ovvero amicizie e arruffianamento sono insegnamenti che ti possono dare anche al bar sotto casa.
Non serve un vicepresidente.

E' la naturale evoluzione del modello fantozziano: il capo che fa la battuta ("chi non scatta niente scatti") e la pletora di peones (con contratto a termine) che si mette a ridere.

E tutto questo lo chiamiamo progresso.
Certo, non possiamo tornare alla bottega dell'artigiano, del sarto che confezionava a mano il vestito.
Ma questo futuro in cui non si riesce a distinguere una persona da un robot istruito a codice mi piace veramente poco.

Nessun commento: