25 luglio 2017

La giostra dei criceti, di Antonio Manzini

La copertina originale di Einaudi (2007)

La copertina della riedizione Sellerio (2017)
René guardò l'orologio.Cinque minuti era il tempo prestabilito, e ne mancavano cinque.Il sudore gli colava lungo la colonna vertebrale appoggiata al palo della luce. La strada era vuota e grigia.Dalla curva in fondo, spuntavano i banchi di un mercatino rionale. Intravedeva grembiuli colorati, stoviglie, pezzi di baccalà secco che penzolavano da corde sfilacciate. Dall'altra parte della via, dietro un autosalone plurimarche coi vetri appannati dalla sporcizia, doveva esserci la macchina truccata da Cencio, motore acceso, in attesa.

Una rapina ad una Cassa Rurale che doveva essere una passeggiata di salute e che invece finisce male, con l'arrivo dei carabinieri e due morti per terra, tra i rapinatori.
Il palo arrestato da uno strano carabiniere, un maresciallo coi baffi alla Zapata.

Un impiegato dell'Inps alle prese con l'insonnia, con un lavoro che non gli dice nulla, con una vita che non gli dice nulla. Alla ricerca di quella botta di fortuna che gli consenta di scappare da quel bilocale vicino all'Ostiense, dalle telefonate di nonna Ida, dalla tigre che ogni tanto gli artiglia le budella e che deve sfogare la sua rabbia.

Un dirigente dell'Inps, il classico dirigente pubblico come tutti gli stereotipi ci hanno raccontato. Carriera ottenuta grazie ad amicizie e buone relazioni, una bella casa, una moglie con cui non non parla e tanta ambizione per volere ancora di più.

Una banda di rapinatori, piccola criminalità romana, che bazzica sempre gli stessi bar, gli stessi posti, la stessa vita fatta di piccole truffe, rapine, stando attenti a non pestare i piedi ai pesci grossi, in cerca del colpo grosso per finirla con tutto questo.
Come Alessia, che vorrebbe scappare da quel bar schifoso dove tutti ti guardano il culo.

La giostra dei criceti è il primo noir di Antonio Manzini, tra Le iene di Tarantino, perché anche qui tutti tradiscono tutti, e il primo Ammaniti, per la capacità di saper mescolare houmor e cattiveria: i protagonisti di questo romanzo, veloce, feroce, vivono i sette giorni della storia cercando di arrivare al colpo grosso, a quello che ti fa cambiare la vita.
E che invece, in gioco di tradimenti, di ambizione personale, di paura e di sospetto, finiranno per farsi la pelle l'uno con l'altro: come i criceti della giostra, che corrono tutto il giorno pensando forse di andare lontano.
In questa libro ci sono più storie che partono distanti, ma che alla fine sono tutte legate.
La banda di Franco, che doveva fare il colpo alla cassa rurale e prendersi quei 500mila euro facili facili, e che forse è stata fregata da un infame e venduta alla Camorra.
Renè, uno della banda, finito nelle mani di strani carabinieri che deve ora capire chi lo ha fregato e di chi può fidarsi.
Alessia, che lavora al bar Il balilla (nostalgie fasciste del proprietario) assieme al padre che non è mai stato un padre, con un fidanzato che è un armadio e che non ama. Sperando che arrivi un treno per andare via. Anche un treno merci, come il bello e dannato Renè.
L'ingegner Toti, dirigente di una sede Inps all'Eur, che si trova dentro un complotto così surreale da essere quasi credibile (siamo d'altronde nell'epoca delle fake news, dove l'incredibile diventa quasi più credibile della realtà): un piano per ridurre il numero dei pensionati ..
Noi colpiremo solo per pirsone a cui l'opinione pubblica non bada. Quelli che troviamo morti putrifatti dopo giorni e giorni. Che riempiono i giardini e danno da mangià ai piccioni..”

Diego, l'impiegato dell'Inps, senza genitori, che dalla vita vuole solo una donna, una bella macchina, una vita tranquilla. E che si sente frustrato da quanti campano sulle spalle degli altri, come i baby pensionati o anche i pensionati che prendono quella pensione che lui forse non vedrà mai.
Ma ora anche lui ha la sua possibilità.
E non si farà prendere da alcun scrupolo.
Come non si faranno prendere da scrupoli nemmeno gli alti burocrati dello stato, come il ministro che ha proposto il piano diabolico
.. uno che aveva basato la sua campagna alle amministrative sui valori sacri della famiglia, contor l'eutanasia, l'aborto, per il probizionismo medioevale, contro i matrimoni dei gay e che adesso parlava con la freddezza di un Mengele ..”

Come il nostro ingegner Toti, casa e famiglia anche lui, certo, che invece nel suo subconscio ha già accettato tutto (anche se dovrà poi fare i conti la coscienza tardiva, che si farà viva nelle sue notti):
- Allora parliamo di Cortés. Terribile quello che hanno fatto gli spagnoli laggiù, no?- Terrificante.- Ma hanno portato un livello di civiltà superiore. Oggi se un Indio vive come un essere umano lo deve a Cortés..

Sono più colpevoli i balordi della rapina alla Cassa rurale o questi uomini dello Stato senza scrupoli, senza remore, senza valori che non siano ricchezza, potere, ambizione?
In questo romanzo, l'intreccio narrativo diventa anche mescolamento degli strati sociali: l'assenza di qualsiasi scrupolo morale, di qualsiasi pietà, li accomuna a tutti quanti.

E tutti quanti si ritroveranno soli, a finire soli, nonostante l'inutile corsa del criceto dentro la giostra.
Era vissuto come un granello di sabbia. Niente da ricordare. Niente da dire in sua memoria. Nel momento in cui avesse chiuso gli occhi, nessuno se lo sarebbe più ricordato. Sentiva freddo. Parecchio. Cominciò a tremare. Non era giusto, ma la giustizia non esiste in natura. A lui era toccata quella vita, e gli era toccata finirla così. Siamo carne da cannone, aveva detto René. Era vero. Carne da cannone. Gente che muore senza un senso, senza un'utilità. Che ha vissuto senza sapere, e senza sapere se ne va. [..]Il cielo stava diventando una massa di azzurro e di rosso. Sentì una grande mano prendergli il cuore. Fu un attimo e tutto si fermò. Né caldo, né freddo. Solo basta così. E il sangue, insieme ai suoi pensieri, smise di correre come un criceto idiota lungo le sue vene.

Rocco Schiavone è cresciuto in questo ambiente, da queste periferie, tra questi balordi, tra piccoli reati e la grande criminalità sullo sfondo (a proposito, la mafia a Roma esiste).
Solo che lui, Rocco, ha scelto di non correre dentro la gabbietta.

La scheda del libro sul sito di Sellerio (la prima edizione era stata pubblicata nel 2007 da Einaudi)

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