12 novembre 2017

Chiaroscuro di Danilo Chirico



Incipit

Trent'anni fa, un lunedì 
Lei lo guarda e per la prima volta ha paura.L'arteria sul collo pulsa impazzita, il cuore pompa veloce. Il volto si indurisce, gli occhi si riempiono di rosso."Che ti succede?" gli chiede."Maledizione!". 
Santo caccia un urlo come Maria non l'ha mai sentito. Impreca sbattendo i fogli sul tavolo. Tra quelle mani nervose La Gazzetta Calabrese diventa carta straccia in pochisecondi. 
Maria si avvicina e lui le scaglia in faccia il giornale: "Guarda qui, guarda, sono rovinato." 
"Stai calmo, Santo," lo supplica lei a mezza voce, ma è fiato sprecato. 
Il titolo a nove colonne è: Il colpo del secolo, e per una volta La Gazzetta non esagera. I ladri hanno svaligiato il caveau della Banca Popolare, il cuore economico della città.

Chiaroscuro è quella zona indefinita tra il buio e la luce, dove si fa fatica a distinguere i contorni delle forme, a comprenderne a pieno i colori.
In questa fascia dove facciamo fatica a distinguere il bianco dal nero ma anche il bene dal male, si muove il personaggio di questo romanzo, Federico Principe, giovane e brillante magistrato antimafia a Reggio Calabria.
E' l'uomo che si muove sul filo “apprendista funambolo”, metafora del difficile equilibrio in cui ci deve muovere in certi ambienti per non finire ammazzati, o in mano della 'ndrangheta.
Come il padre prima di lui, anche a Federico viene proposto di candidarsi a sindaco della città, da parte di un movimento di giovani, con tanti idee per cambiare in meglio Reggio e dare una speranza di un futuro.
Anche a Federico, ancora una volta come già successo al padre, succede qualcosa che ne ostacola la candidatura: una sera, un invito ad una festa della Reggio bene, dove incrocia tanti sguardi ostili da professionisti su cui ha indagato
Come potrebbe non essere a disagio l'avvocato scoperto a fare investimenti in Svizzera per conto del clan? O il magistrato che condivide la barca con il fratello del capomafia. O il commercialista che ha portato in dote alla 'ndrangheta la catena dei supermercati dell'Emilia Romagna. O il consigliere comunale eletto coi voti della cosca del quartiere San Giovannello che, non appena lo vede, gli si avvicina per dirgli: "Hai una bella faccia di cazzo." ...”

Anche questa è Reggio, la città dello Stretto, la città del ponte, la città della ndrangheta e di una borghesia cittadina collusa con la criminalità e che da anni manovra la politica affinché nulla cambi: una borghesia che Federico conosce bene, avendone fatto parte, come il padre prima di lui.
Non è facile prendere le distanze dal potere con cui hai fatto affari, dalle persone con cui hai trascorso il Natale anche se non ne avevi voglia ..”

Nella festa conosce una bella ragazza: sguardi che si incrociano, qualche complimento, una passeggiata assieme in riva al mare.
Federico e Valentina passano la notte assieme, finché, all'improvviso uno sparo nel buio, non lo sveglia:
Un lampo nel buio. Un colpo di pistola. Un tonfo e una finestra che sbatte. Un latrato di cani in lontananza. Un lamento flebile di donna. Sono le quattro del mattino e in casa Foti non è rimasto nessuno.[..] 
Federico piange seminudo, accasciato sul letto. Accanto a lui è sdraiata una ragazza completamente nuda, gli occhi chiusi e una ferita al fianco sinistro. Le lenzuola sono inzuppate di sangue.

Quella morte costituisce un primo colpo per Federico, un colpo personale ma anche un colpo per la sua candidatura, in opposizione proprio a quel “partito dei migliori” messo su da quel Sebastiano Russo, avvocato e amico di infanzia, ma anche uno di quei professionisti a servizio della ndrangheta.
Da qui la fuga a Roma, senza dire niente a nessuno: di quel dolore causato dalla morte, la nausea, quel sentirsi inadeguato di fronte alle aspettative degli altri.
Come la collega Caterina e l'amico giornalista Ivan

A Roma Federico ha l'illusione di poter ricominciare una nuova vita, dentro la stanza 298 del palazzaccio di piazzale Clodio, con un aiutante “romano de Roma” di nome Belli.
Qui a Roma incontra Adele, una barista aspirante attrice di teatro, con cui inizia una specie di relazione. Due persone che non sono riuscite a farcela, questo li unisce: anziché aiutarlo a trovare nuovi stimoli, con Adele partecipa a feste dove incontra personaggi del sottobosco politico, vecchi compari della Calabria, gli organizzatori delle prossime Olimpiadi cui Roma era candidata.
E incontra la coca: “un altro confine è stato superato”, pensa Federico.
La fuga da Reggio per non subire il ricatto di Russo, l'avvocato, e per non suscitare scandali dopo quel colpo di pistola.

Ma sempre a Roma si presenta la possibilità di riscatto, nella forma di un'inchiesta su un grande traffico di droga che dal sudamerica arriva in Calabria e su fino a Roma.
Traffico in cui è pienamente implicata la ndrangheta. Un'inchiesta che gli viene presentata dal capitano dei carabinieri e che è come un filo che, dalla droga, porta dentro la città eterna. Dentro le società di costruzione che prendono appalti per costruire la metropolitana, per il nuovo stadio, per le Olimpiadi.
Di questo ne parla con Bianca, funzionario di polizia che è stata, negli anni del liceo, la fidanzata: con lei una sera parla della prima volta chescoprì cosa fosse quella cosa chiamata ndrangheta:
"Quando hai scoperto la ndrangheta?" 
Caterina lo guarda con occhi interrogativi: "Ci siamo nati nella 'ndrangheta", risponde. 
"Si, ma te lo ricordi il giorno, il momento preciso in cui l'hai scoperta?"Caterina tace, la domanda di Federico non vuole risposta.
"Io sì, era il giorno della mia prima comunione. Ero emozionatissimo. Immagina un bambino con la faccia pulita e gli occhi innocenti, vestito bianco e cravattino azzurro".[..]Federico abbozza un sorriso, ma improvvisamente si fa serio. "Io sono là sull'altare, e quando mi guardo intorno ho una sensazione strana: non capisco perché mio padre è lì con me mentre i padri di Stefano, di Giovannino e di Alessandro non ci sono.
 
Ci sono le madri, non i padri: al loro posti ci sono i fratelli, in qualche caso i nonni."L'espressione di Caterina adesso è cambiata. E quella di di una ragazzina cresciuta in una città di 'ndrangheta. "C'era la guerra," dice. 
"Sì, e quei tre bambini erano i miei amici. Il papà di Stefano era stato ammazzato, gli altri due erano scappati per non fare la stessa fine, capisci?" 
"Quando uno dice che in sei anni ci sono stati quasi mille morti ammazzati e chissà quanti arrestati, e latitanti, non pensa che i numeri corrispondano a persone vere, gente che ci stava attorno," osserva Caterina. 
"Non erano in guerra soltanto i soldati delle cosche. Riguardava tutti in un modo o nell'altro."

Ma per Federico, sembra che il passato sia qualcosa che si possa mettere alle spalle: il rapporto con Adele si interrompe, lo stesso succede con gli amici di Reggio, Caterina e Ivan. Un uomo in fuga dalle responsabilità, dal suo passato e, forse, anche da se stesso:
Il male di sentirsi programmato per la fuga. Fuga dalla lotta ai clan, dalla politica, dalla famiglia, da Antonella che chissà come sarebbe stato e da Valentina che non so più neanche come sta, da Adele e la sua dolorosa spensieratezza, da Bianca.Dal fantasma di suo padre. Da se stesso, in realtà. Da quella che è stato. Senza capire chi è diventato.

Una vita come un piano inclinato, in una discesa in cui Federico non riesce ad aggrapparsi a niente per non finire nel vuoto.
Finché, quell'appiglio per non sprofondare, gli arriva proprio dall'inchiesta sul traffico di droga che lo porta di fronte ad una nuova dimensione della criminalità.
A cominciare dai broker del narcotraffico che anziché in cella si godono la prigione in cliniche di lusso, come ai tempi della banda della Magliana, grazie a perizie di periti compiacenti:
A Roma funziona così, da sempre: perizie truccate, avvocati spregiudicati, giudici corrotti e imprenditori sanitari compiacenti. Nessun boss è mai stato in carcere, per tutti si sono sempre spalancate le porta di qualche clinica di lusso.
E poi, i contatti tra i narcotrafficanti e la ndrangheta la cui presenza a Roma, non è più un'ipotesi investigativa: i boss delle famiglie di Reggio sono sbarcati a Roma con tanti soldi e hanno intenzione di prendersi tutte le piazze dello spaccio:
I capi accampano ragioni legate alla crisi, ma non è vero che il mercato s'è ristretto, ragiona Federico. E dopo aver parlato con Caterina, l'idea che adesso gli viene è che probabilmente la 'ndrangheta ha alzato i prezzi e ridotto i margini di profitto per i piccoli clan di spacciatori perché progetta di sbarcare in città e di tenerli sotto padrone.Evidentemente i calabresi non si fidano più e vogliono controllare il mercato, ma soprattutto vogliono gestire i tanti soldi che pioveranno sulla città.

E non solo solo i soldi della droga: l'inchiesta di Federico, di Bianca e del capitano Mosca li porta ad un livello criminale da far impallidire quanto scoperto nell'inchiesta “mafia capitale”.
Gli appalti per le future olimpiadi.
L'appalto per la metropolitana.
Altri soldi che arriveranno questa volta a Reggio, per la città metropolitana.

Un passo alla volta, intercettazione dopo intercettazione, si trovano di fronte ad una struttura criminale che lega tutto assieme: potere criminale, un livello segreto della massoneria e il potere politico, dentro il comune di Roma fino a Palazzo Chigi.
Palazzinari, massoni, avvocati, periti, ndranghetisti. Si stanno per spartire Roma.

Chiaroscuso è uno di quei libri che possono essere letti su più livelli: c'è la storia di un uomo, in fuga dai suoi demoni, dal suo passato, dalle colpe di suo padre, che forse trova un riscatto nel suo lavoro di magistrato.
C'è un'inchiesta sulla mafia a Roma, la cui esistenza ancora si fa fatica ad accettare, nonostante tutte le evidenze. Una mafia che dispone di una forza economica tremenda, capace di schiacciare qualsiasi ostacolo che si trovi di mezzo, usando i soldi per corrompere, la stampa per calunniare (nemmeno il mondo del giornalismo è esente da colpe) e arrivando ad uccidere quando necessario.
Un libro che fa vedere le cronache che leggiamo sui giornali con una luce diversa: l'inchiesta su Carminati e Buzzi è solo la punta dell'iceberg di un marciume più vasto che non risparmia nessuno.
Un sistema che parte dal litorale di Ostia dove gli stabilimento sono in mano a poche famiglie, ai commercianti della zona costretti a pagare il pizzo, al commercio della carne dall'est Europa o dall'Africa.
Alla facilità con cui si può comprare un pezzo di droga nelle tante piazze dello spaccio a Roma, sia nel centro che nei quartieri periferici.
Alla facilità con cui spuntano sale per scommesse e Vlt, spesso usate per riciclare denaro.
Ai conti della metropolitana C, lievitata nel corso degli anni e ancora da finire.
Ai tanti appetiti suscitati attorno alle Olimpiadi che dovevano tenersi a Roma nel 2024.
Al nuovo stadio di calcio, sui terreni di qualche imprenditore che conta a Roma, anche sui giornali e nella politica.
Agli assessori a libro paga delle organizzazioni.
Un sistema in cui è difficile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bianco e cosa è nero. Il chiaroscuro.
Quanto è romanzato e quanto di vero c'è in questo libro?
I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari. È autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce” - la nota dell'autore riprende le parole di Rosi che aprono il film Le mani sulla città.

Chiaroscuro - Danilo Chirico Bompiani - la scheda del libro sul sito di Giunti

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