02 novembre 2017

L'intellettuale scandaloso – Pasolini 42 anni dopo

La pietà di Pier Paolo Pasolini, opera è di Ernest Pignon-Ernest
Passiamo ora alla scuola d'obbligo e alla televisione. Intanto va detto che le mie «due modeste proposte» di abolizione intendevano chiaramente riferirsi a una abolizione provvisoria. Dicevo, per la precisione: «in attesa di tempi migliori: cioè di un altro sviluppo – ed è questo il nodo della questione». In altre parole chiamavo in causa il PCI, le migliori forze della sinistra ecc, il cui interesse per una radicale riforma della scuola e della televisione non dovrebbe essere messo in dubbio: se è essenziale alla trasformazione dello «sviluppo». In attesa di una tale radicale riforma, sarebbe meglio abolire (lo so che è utopistico, ma ne sono lo stesso fermamente convinto) sia la scuola d'obbligo che la televisione: perché ogni giorno che passa è fatale sia per gli scolari che per i telespettatori.[..]Soltanto ieri, improvvisando ad un dibattito con degli insegnanti – in un seminario tenuto a Lecce – delineavo quello che secondo me dovrebbe essere la scuola d'obbligo: e dicevo appunto quasi esattamente le stesse cose di Moravia (aggiungevo, come materia di tale scuola d'obbligo, la scuola guida, con annesso galateo stradale, problemi burocratici di ogni tipo, elementi di urbanistica, ecologia, igiene, sesso, ecc. E soprattutto, aggiungerei, molte letture, mole libere letture liberamente commentate).Quanto alla televisione la mia proposta di radicale riforma è questa: bisogna rendere la televisione partitica e cioè, culturalmente, pluralistica. È l'unico modo perché essa perda il suo orrendo valore carismatico, la sua intollerabile ufficialità.
Inoltre i partiti – com'è ben noto – si sbranano all'interno della televisione – dietro le quinte, dividendosi (finora abbiettamente) il potere televisivo. Si tratterebbe dunque di codificare e di portare alla luce del sole questa situazione di fatto: rendendola così democratica.Ogni partito dovrebbe avere diritto alle sue trasmissioni.In modo che ogni spettatore sarebbe chiamato a scegliere e a criticare, cioè ad essere co-autore, anziché essere un tapino che vede e ascolta, tanto più represso quanto più adulato.
Ogni partito dovrebbe avere il diritto, per esempio, al suo telegiornale; perché il telespettatore possa scegliere le notizie, o confrontarle con le altre, cessando dunque di subirle. [..]Nascerebbe una stupenda concorrenza
Lettere luterane – Le mie proposte su scuola e TV

Questo era Pasolini: lo scrittore, regista, poeta e anche giornalista, di cui oggi in tanti ricordano i 42 anni dalla scomparsa, quando fu ucciso in un agguato all'idroscalo di Ostia.
È stato tante cose, Pier Paolo Pasolini, ed è complicato elencare qui tutte le opere, gli scritti, i libri, i film di cui è stato padre.
Ma, soprattutto, Pasolini è stato un intellettuale onesto e per questa sua onestà, poco incline a lasciarsi strumentalizzare o usare da qualsiasi partito politico.
Un autore è sempre una contestazione vivente – aveva raccontato in un'intervista – solo per il fatto di essere intellettualmente onesto – il suo aprir bocca è scandaloso.
E per capirlo, quando fosse provocatorio, scandaloso, basta rileggersi le sue proposte “modeste” di riforma di scuola e TV.
Una scuola che insegna alla lettura (non a saper leggere) e un TV dove tutti i partiti sono rappresentati, affinché sia una TV di tutti (e dove i cittadini non sono spettatori passivi ma sono in grado di confrontare e fare delle scelte).

Ecco, purtroppo dei suoi scritti, delle sue poesie, poco ci viene raccontato oggi, sebbene Pasolini nel tempo si sia occupato di tanti aspetti della società in cui viveva: i capelloni, l'aborto, la televisione (come medium di massa poco democratico), di progresso e sviluppo (“credo nel progresso ma non in questo sviluppo”).
Di tutta questa sua scandalosità rimane poco: il pestaggio a sangue ad Ostia, quell'incontro con Pelosi, il suo essere omosessuale (non nascosto).
Dei suoi articoli, in molti non andrebbero oltre quello passato alla storia come “Che cos'è questo golpe?” del novembre 1974, che comincia con quelle parole
“Io so chi ha compiuto le stragi, chi ha tramato, chi ha coperto e depistato. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore che cerca di seguire tutto quello che succede..”.

Non basta: l'invito che mi viene di fare è quello di leggersi i suoi articoli raccolti negli “Scritti corsari”, nelle “Lettere luterane”. Le sue raccolte di poesia (bellissima quella per ricordare le vittime di Piazza Fontana, Patmos). I suoi film (lo scandaloso Decameron ..).

Solo così avrete modo di farvi un'idea di chi fosse quella persona magra, che parlava con la sua “puerile voce”, che nelle foto in cui viene ritratto sembra osservare lo spettatore dietro quelle lenti.
Solo così capirete l'oltraggio, almeno per me, di quanti hanno chiamato una scuola di partito col suo nome.
Lui che voleva processare parte dei rappresentanti della DC, lui che era stato tradito dal PCI.
Contro il fascismo, contro il moralismo della nostra società ma pronto a criticare i “giovani” come fece dopo gli sconti di Valle Giulia, con la poesia “IL PCI ai giovani”

È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti! 

Buone letture e buone visioni, dunque! 

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