18 dicembre 2017

Report - Tutti gli affari attorno alla gestione dell'acqua, i paradise papers, i supermercati

L'acqua è al centro dei servizi di questa puntata, che chiude la stagione 2017 di Report: dalla gestione del servizio idrico ai privati, alla siccità (e come ci stiamo attrezzando per gestirla), le grandi navi in Laguna.
C'è poi un altro racconto che emerge analizzando i “paradise papers”; un'inchiesta sulla filiera nei supermercati e, infine, la storia delle antenne abusive a Verona.

Si parte dalle grandi navi in Laguna.

Le grandi navi portano turisti, tanti turisti: se vogliamo puntare sulla massa, su un turismo mordi e fuggi, predatorio, questa è la strada giusta.
Non è una strada lungimirante, se si tiene conto dei rischi che l'ingresso di queste enormi navi comporta: possiamo accettare il rischio di un “inchino” in Laguna come quello capitato alla Costa Concordia vicino l'Isola del Giglio?

La scheda del servizio: LA NAVE VA DI Francesca Ronchin

«Via le grandi navi» da crociera da San Marco. Clini e Passera l'avevano detto nel 2012, con un decreto firmato due mesi dopo la tragedia della Costa Concordia e pensato per evitare la pratica dell’"inchino". Da allora, davanti alla basilica del santo protettore sono passate tremila navi da crociera, circa cinquecento all'anno, le compagnie costruiscono navi che raggiungeranno le duecentomila tonnellate, il doppio della Costa Concordia. A Venezia, però, si ragiona ancora su percorsi alternativi. Dopo sei anni, lo scorso 7 novembre, sul tavolo è spuntata l'ipotesi Marghera. Ambientalisti, lavoratori e industriali restano sul piede di guerra. E mentre tutti continuano ad essere contro tutti, la nave va.


La gestione del servizio idrico ai privati

Quanti affari girano attorno all'acqua pubblica, un bene prezioso che dobbiamo gestire bene, sia perché necessario alla nostra sopravvivenza (e per l'agricoltura), sia perché è un bene scarso.
Vivremo stagioni con sempre meno pioggia, con temperature sempre più alte.
Cosa stiamo facendo per affrontare il problema della siccità? Cosa stanno facendo i privati (come Acea a Roma, distribuisce utili agli azionisti ma non fa investimenti) per rendere più efficiente la rete idrica di cui loro sono responsabili?
Questa estate Roma ha rischiato di rimanere senz'acqua, ma nel 2016 l'acqua che si perdeva nei tubi era al 44%, dato ridotto al 34% quest'anno, assicura ACEA.
Gli ultimi governi hanno sempre più spinto verso una gestione non pubblica del servizio. Ma queste aziende, spesso multinazionali, sono capaci di farlo? E in nome di quale interesse? Solo privati? Solo di profitto?

La scheda del servizio: Un buco nell'acqua - del 18 dicembre 2017 di Manuele Bonaccorsi

Questa estate i rubinetti di molti italiani sono rimasti a secco, mentre gli agricoltori hanno avuto difficoltà a irrigare, con danni per centinaia di milioni di euro. Secondo il Cnr, la scorsa estate è stata la più secca degli ultimi duecento anni. Solo un caso eccezionale? Probabilmente no. Nell’ultimo secolo la temperatura globale è cresciuta di un grado e i dati sulle precipitazioni dimostrano che le estati sono sempre più lunghe e secche. L’acqua, insomma, è diventata una risorsa scarsa: non ce ne è abbastanza per tutti. Siamo pronti ad affrontare questa emergenza? Mentre gli acquedotti italiani disperdono in media il 38% dell’acqua raccolta, le aziende che la gestiscono riempiono i propri azionisti di utili e dividendi. C’è il caso dei campi agricoli, che usano il 65% degli interi consumi idrici italiani. Qui l’acqua la gestiscono i Consorzi di bonifica, non sempre in modo efficiente. E poi ci sono i piccoli impianti idroelettrici, che, grazie a ricchi incentivi pubblici, tolgono sempre più acqua ai fiumi di montagna, producendo pochissima energia. Se l’acqua manca, i conflitti per l’approvvigionamento sono sempre più frequenti. Siamo sicuri di saperla gestire bene?


Quanta acqua sprechiamo

Anche il servizio di Giuliano Marrucci si occupa di acqua, bene comune e bene da gestire nel modo migliore possibile: per farlo esistono delle tecniche innovative di irrigazione, che servirebbero allo scopo.
Ma non sempre sono usati, col risultato che pur avendo acqua in abbondanza, i campi sono sempre in secca.

La scheda del servizio: GOCCIA A GOCCIA DI Giuliano Marrucci
Tra tecniche irrigue all'avanguardia, riuso della stragrande maggioranza delle acque reflue in agricoltura, giganteschi impianti per la desalinizzazione e una lotta senza frontiere alle perdite della rete, Israele oggi, nonostante il clima arido, la continua crescita demografica e l'ambizione mai sopita a conquistare l'autosufficienza alimentare, ha più acqua di quanta ne consumi. In Italia, invece, di acqua ce ne sarebbe, ma ne sprechiamo una quantità spropositata, soprattutto in agricoltura. Il risultato è che abbiamo sempre meno acqua e i periodi di siccità sono diventati la norma. Meno male che da qualche anno un nuovo approccio alla gestione del ciclo idrico si sta facendo avanti. È il fenomeno dei servizi ecosistemici, dove l'agricoltura, invece di consumare risorse e inquinare i territori, diventa la prima custode dell'acqua.


Pescando dai Paradise papers

Andando a pescare dentro il mare di documenti dei Paradise papers, si trovano storie interessanti: come quella della Electrolux di Scandicci (FI) e di un fondo alle Cayman usato dal gruppo Mercatech, che avrebbe dovuto rilevare l'azienda e i suoi dipendenti (col controllo dell'allora governo Berlusconi).
Sempre nei paradisi fiscali si trova traccia del più grande ricercato d'Italia, il boss Messina Denaro.
I soldi dell'evasione (o dell'elusione) e della mafia viaggiano su strade parallele.

La scheda del servizio: IL DOPPIO FONDO di Emanuele Bellano, in collaborazione di Lorenzo Di Pietro, Norma Ferrara e Michela Mancini

La squadra di Report ha continuato a scavare nei Paradise Papers, l’archivio della società di servizi legali off-shore Appleby. Questa volta, dai paradisi fiscali del mar dei Caraibi affiorano carte riservate che gettano una luce nuova sulla vicenda del polo industriale Electrolux di Scandicci, vicino Firenze. Era il 2008 quando la multinazionale svedese decise di chiudere lo stabilimento. Per scongiurare il licenziamento di quattrocento lavoratori, Electrolux decise di convertire la produzione da frigoriferi in pannelli solari. La società che venne scelta per la riconversione è Italia Solare Industrie del gruppo Mercatech. L’accordo fu firmato sotto il controllo del ministero del Lavoro, dei sindacati, della Regione Toscana e della stessa Electrolux. Il patto fallì, la fabbrica chiuse nel giro di due anni lasciando a casa tutti i lavoratori. Cosa accadde veramente? Quanto erano solide le garanzie finanziarie a cui tutti avevano dato credito?

La filiera alimentare e lo sfruttamento della manodopera

La settimana scorsa Report si era occupato della filiera della logistica in Italia, della mancanza di controlli, dello sfruttamento dei lavoratori, di cooperative che si scambiano le persone per pagare meno tasse.
Questa sera tocca alla filiera nei supermercati:

Un'indagine nella filiera dei supermercati, per raccontare il carico di sfruttamento e di illegalità che appesantisce la frutta e la verdura che ogni giorno finisce nelle nostre case”.

La scheda del servizio: STORIE DI SFRUTTAMENTO E CIPOLLOTTI di Alberto Nerazzini

Un’inchiesta originale nel mondo della logistica in Veneto. A Padova, la vicenda del magazzino della Gottardo, dove si stoccano i prodotti di Acqua&Sapone e Tigotà: sei mesi fa la Procura emette quattro misure cautelari per la gestione in stato di schiavitù dei facchini. Ma il Veneto è soprattutto grande distribuzione organizzata: un’indagine nella filiera dei supermercati dell’alimentare, per raccontare il carico di sfruttamento e di illegalità che appesantisce la frutta e la verdura che ogni giorno finisce nelle nostre case.


Come è andata a finire? La storia delle antenne abusive a Verona


Come è andata a finire la storia dei ripetitori abusivi che hanno funzionato per anni a scrocco a Verona? Martedì scorso sono stati spenti, erano installati su un monumento vincolato, e ora gli editori abusivi devono pagare 10 ml di euro di arretrati.

TELESCROCCO DI Giulio Valesini

Trasmettevano a Verona grazie ad antenne e ripetitori radiotelevisivi installati abusivamente sopra alla seconda Torricella Massimiliana, violando il vincolo di tutela che la sovrintendenza per i beni storici e culturali aveva posto sul monumento asburgico. Per questo mercoledì scorso la Procura di Verona ha ordinato il sequestro della torre. Sono rimaste così al buio alcune tra le più importanti televisioni di Verona come Telearena, di proprietà del gruppo Athesis, Telenuovo e Telepace, che da anni trasmettono dalla Torricella senza l’autorizzazione del demanio proprietario del monumento.Sono una quarantina gli editori che negli anni hanno piazzato i loro ripetitori sopra il manufatto austriaco senza mai pagare neanche un euro allo Stato, che nel 2010 aveva chiesto circa 10 milioni di canoni arretrati. Report racconterà gli ultimi sviluppi.

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